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Devastazione nella Repubblica Centrafricana per la ricerca dell'oro. La denuncia di un missionario

Devastazione nella Repubblica Centrafricana per la ricerca dell'oro. La denuncia di un missionario

P. Aurelio Gazzera, missionario carmelitano a Bozoum, nell’ovest della Repubblica Centrafricana, lancia l’allarme per le devastazioni all’ambiente causate dalle miniere d’oro. La sua denuncia trova spazio sulle pagine dell'Agenzia Fides (10/4).

Il missionario racconta, intanto nel suo blog, che «da un paio di mesi, intorno a Bozoum, un’impresa cinese ha aperto almeno 17 cantieri per la ricerca dell’oro: deviano il corso del fiume Ouham, e con ruspe e scavatrici setacciano il fondo. È impressionante vedere il disastro creato: montagne di ghiaia, buche piene d’acqua, il corso del fiume rovinato, l’acqua inquinata (e probabilmente usano il mercurio per facilitare il ritrovamento dell’oro)». «Solo tra macchinari e carburante - considera - ho calcolato una spesa giornaliera di almeno 30.000 euro. E quanto devono guadagnare per spendere così tanto?».

Il missionario ha poi inviato all’Agenzia Fides ulteriori informazioni: «Eravamo rimasti stupiti dalla presenza a sorpresa del primo mnistro Sarandji a Bozoum, all'inizio di dicembre e poi alla fine di gennaio: in 3 anni non si era mai fatto vedere, evitando la zona di Bozoum, considerata poco vicina all’attuale Presidente. La ragione della sua venuta in gennaio è stata l'inaugurazione dell'edificio della Brigata delle Miniere, riabilitato dalla compagnia cinese che ha aperto i siti per l'oro. Ci eravamo già posti alcune domande, vedendo arrivare almeno una dozzina di macchinari (ruspe, ecc.) e un flusso costante di grossi camion cisterna (30.000 litri di capacità)».

«Nome dell'azienda: sconosciuto!», è l'ulteriore rilievo. «Sono venuti con operai di Gallo (a 50 km da Bouar, strada Bouar-Baboua) dove molto probabilmente avevano già lavorato prima di venire a Bozoum. In quest’area, il numero di siti sfruttati era maggiore delle autorizzazioni concesse. A livello ecologico, hanno devastato parte della foresta, hanno lasciato siti allo stato grezzo, con buchi e montagne di terra setacciata (testimonianze locali e testimonianza di un capo della Forestale di Bouar). Le autorità fanno finta di non sapere niente, e l’oro parte verso il Camerun, ogni settimana. E alla frontiera (stranamente) nessun controllo! E nelle casse dello Stato non entra niente! E lo Stato - conclude p. Aurelio - invece di prendere a cuore il bene comune, si dedica piuttosto al tornaconto di quanti sono al potere».

*Foto di Dominio Pubblico tradda da Pixnio, immagine originale e licenza

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