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Storia e Fede: lo storico Paolo Mieli a Catanzaro per la rassegna Maieutiké

Storia e Fede: lo storico Paolo Mieli a Catanzaro per la rassegna Maieutiké

Eminente storico e saggista, già direttore del Corriere della Sera, Paolo Mieli è stato protagonista del terzo incontro della rassegna “Maieutiké, tra cielo e terra”, ciclo di 9 incontri sul dialogo tra fede e cultura promossi dall’arcidiocesi metropolitana di Catanzaro-Squillace e da Entopan-Smart Networks & Strategiespubblici. Segue il comunicato diffuso dall’ufficio stampa di Entopan.


Paolo Mieli a Catanzaro: “Senza la Fede non ci sarebbe stata la Storia”

L’eminente storico ed ex direttore del Corriere della Sera protagonista

del terzo appuntamento della rassegna culturale Maieutiké

CATANZARO. Il rapporto tra Fede e Storia: un tema complesso e di grande fascinazione, affrontato con competenza e generosità da uno dei più illustri protagonisti del giornalismo italiano. Paolo Mieli, eminente storico e saggista, è stato il relatore del terzo appuntamento della rassegna culturale “Maieutiké, tra Cielo e Terra”, ospitato giovedì 19 dicembre presso la Basilica Maria SS. Immacolata. Costruita attorno al dialogo tra Cultura e Fede, Maieutiké è una rassegna di incontri tesa ad allargare gli orizzonti della razionalità, ed è promossa dall’Arcidiocesi Metropolitana di Catanzaro-Squillace e da Entopan - Smart Networks & Strategies.

L’ex direttore del Corriere della Sera ha capovolto i pregiudizi che troppo spesso, e superficialmente, inquadrano il rapporto tra Fede e Storia, allargando la prospettiva e attribuendo alla Fede la capacità di ricomporre i grandi conflitti: “Senza la Fede - ha dichiarato Mieli - staremmo sempre al punto di partenza, la Fede consente di guardare avanti, di progredire”.

L’evento, al quale ha partecipato un pubblico assai numeroso e attento, è stato presieduto da S. E. Monsignor Vincenzo Bertolone, Arcivescovo Metropolita di Catanzaro-Squillace ed è stato introdotto da Francesco Cicione, CEO di Entopan - Smart Networks & Strategies. Il moderatore Don Francesco Brancaccio, Teologo e responsabile dell’Ufficio Cultura Diocesano, in apertura dei lavori ha evidenziato la necessità di liberare la mente da tante pregiudiziali “su un tema che offre un’ampia possibilità di approcci. Fede e Storia non sono poli di un dualismo, piuttosto un intreccio indissolubile: la Fede apre alla Storia ed è la Storia il luogo in cui Dio si fa incontrare”.

Nel suo intervento, Francesco Cicione ha evidenziato come “quello che vede assieme Fede e Storia è un tema ambizioso, anche audace per alcuni versi, eppure indispensabile per ravvivare il necessario dialogo tra immanenza e trascendenza. La Fede ha bisogno della Storia per incarnarsi e la Storia ha bisogno della Fede per riconoscere il significato profondo del proprio cammino. Per noi cristiani la Fede non è una dimensione astratta e la Storia è mistero di redenzione che passa per la redenzione di ogni uomo chiamato a fare nuove tutte le cose, liberandole della schiavitù della falsità e della menzogna grazie alla propria obbedienza sempre più piena alla parola rivelata”. Muovendo da questa prospettiva, Francesco Cicione propone la suggestione che avvia il dialogo del convegno: “Nei passaggi cruciali della storia dell’uomo, è giusto ammettere che ciò che accade non può essere solo frutto di una meccanica casuale degli eventi ed è invece sottoposto a una legge di verità più essenziale e più intima?”.

Paolo Mieli, in un intervento seguito con grande attenzione e applaudito più volte dalla platea, ha valorizzato i doni che la Fede ha portato alla Storia. In questa prospettiva, Mieli non ha sottaciuto il contributo conflittuale con cui i contrasti religiosi hanno determinato tanti avvenimenti storici ma, ribaltando molti luoghi comuni, ha sottolineato come “si possa fare la Storia solo perché la Fede aiuta il passato a chiudere i conflitti e a perdonare” per il grande storico e saggista “è forse questo il mistero più grande della Fede: nell’arco di duemila anni abbiamo visto tanti popoli combattere in nome della Fede, ma è stato possibile superare quei conflitti solo per un atto di Fede superiore. È la vera Fede, quella più profonda, che porta la Pace”. Di più: la Fede è per Mieli una caratteristica ontologica della Storia. “È la Fede cha ha permesso al passato di non ripresentarsi come un eterno campo di conflitti, ma di andare avanti. Non sono credente, ma riconosco alla Fede, e alla Fede Cattolica in particolare, questo grande ruolo: senza la Fede non ci sarebbe stata la Storia”.

Dalla platea sono arrivate tante domande sul tema della serata, riflessioni e quesiti cui Paolo Mieli ha risposto con generosità, offrendo anche uno spaccato del suo rapporto più intimo con la religione. Pur dichiarando di non avere il dono della Fede, se ne dichiara appassionato, al punto da promuoverla come elemento fondamentale nel passaggio generazionale che segna la piccola storia di ogni famiglia: “Quando guardate negli occhi i vostri figli, quando sentite la commozione di una comunicazione forte e sincera con loro, è la Fede che state trasmettendo. Anche io, pur non avendolo, cerco di trasmettere ai miei figli e ai miei studenti, questo dono”.

Nelle sue conclusioni S.E. Mons. Vincenzo Bertolone ha ringraziato Paolo Mieli per la sua partecipazione alla rassegna e per aver fatto emergere l’importanza della Fede nell’illuminare il percorso degli uomini. Sua Eccellenza ha ricordato che “Cristo, nascendo, si è fatto Storia e con il Natale facciamo memoria perché la nostra Fede si ravvivi e cresca. Gli antichi autori cristiani ne parlano come del kairòs, il tempo propizio: Dio si consegna agli uomini e questi, entrando in rapporto di amicizia con lui, condividono un orizzonte più vasto e profondo. Per un credente, il Natale rappresenta la più importante svolta della storia, da allora in poi l’umanità può camminare illuminata dal messaggio di Cristo. La Fede ci aiuta a scoprire lo spirito di Dio, che ama proporsi nella semplicità piuttosto che imporsi agli uomini. Nello smarrimento del nostro mondo bisogna conoscere Gesù Cristo. E la Chiesa, pur nella sua debolezza e fragilità, si presenta con il volto di madre e svolge, grazie anche all’alta guida di Papa Francesco, la missione della luce e dell’attenzione speciale ai poveri”.

Maieutiké, ciclo annuale di incontri, si inserisce in una visione ampia della comunità cristiana che si apre all’annuncio ed al dialogo con il mondo della contemporaneità per un comune contributo alla edificazione attiva e fattiva del Bene comune. Il senso stesso della rassegna è di promuovere il valore dell’ascolto e insieme sollecitare un dialogo con gli intellettuali, su temi di volta in volta diversi, per riflettere su questioni al contempo elevate e profonde dell’esperienza umana e civile. Il prossimo appuntamento di Maieutiké è previsto per il 9 gennaio prossimo. Assieme al presidente di Etica Sgr Spa Ugo Biggeri e al presidente di Fairtrade Italia, Giuseppe Di Francesco, si parlerà del rapporto tra Fede e Finanza etica.

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