Nessun articolo nel carrello

Le buone intenzioni ci sono: un'Italia un po' più verde nel

Le buone intenzioni ci sono: un'Italia un po' più verde nel "Manifesto di Assisi"

ASSISI-ADISTA. Una dichiarazione di buoni intenti, un po’ consolatoria, un po’ assolutoria: è il “Manifesto di Assisi”, presentato al Sacro Convento di Assisi il 24 gennaio, e il sui sottotitolo detta: «Un’economia a misura d’uomo contro la crisi climatico». Chi si attendeva un piano concreto e puntuale sul da farsi – dato che ci restano proprio pochi pochi anni prima di imboccare la strada del non ritorno in direzione dell’estinzione, se non del pianeta, del suo esemplare più “pregiato”, l’essere umano – sarà rimasto deluso. 

Il “Manifesto” ha raccolto più di 2.000 adesioni di rappresentanti di istituzioni, mondo economico, politico, religioso e della cultura. Ha firmato anche il presidente del Consiglio Giuseppe Conte: lo ha fatto proprio nel corso della presentazione, dicendo che «siamo qui ad Assisi per condividere, nel segno di Francesco, un obiettivo fondamentale, il cui perseguimento riteniamo tutti ormai non più differibile: tornare a prenderci cura di quella che papa Francesco, nell’enciclica Laudato si’, definisce “la nostra casa comune”, il Pianeta. Prenderci cura del pianeta non è prendersi cura di altro da sé, ma di noi stessi. Oggi che stiamo maturando una più diffusa consapevolezza ci rendiamo conto che prenderci cura del pianeta è il presupposto di uno sviluppo sostenibile».

Mostra soddisfazione, Conte, per il lavoro già svolto in senso ambientalista: «Il sistema dell’Italia ‘verde’ manifesta un enorme potenziale di crescita, anche in termini di nuovi lavori e occupazione. È compito del governo – ha assicurato Conte – realizzare un ambiente quanto più possibile favorevole alla sua crescita. All’interno della legge di bilancio per il 2020 abbiamo introdotto misure importanti che vanno in questa direzione, nonostante un quadro di finanza pubblica estremamente complesso».

Buoni i dati, secondo il presidente del Consiglio: «Sono oltre 432 mila le imprese italiane dell’industria e dei servizi che hanno investito in prodotti e tecnologie “verdi” negli ultimi 5 anni», ha detto Conte specificando «i dati di Fondazione Symbola (promotrice del "Manifesto”, ndr) e Unioncamere ci dicono che il 51% di chi ha investito in sostenibilità ha registrato un aumento delle proprie esportazioni nel 2018 e il 79% di queste imprese ha generato innovazioni tecnologiche. Non è un caso – spiega ancora Conte – che in Italia il numero dei green jobs, i posti di lavoro legati alla sostenibilità ambientale, abbia superato i 3 milioni complessivi nel 2018, attestandosi al 13,4% dei lavori complessivi».

Ha poi preso la parola il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, secondo il quale «a Davos molti stanno ragionando su quando sarà la prossima crisi e su come la affronteremo. Sappiamo che non potremo usare gli stessi strumenti usati per quella del 2008. In questo momento viene chiesto a tutti di inventare una strada e dobbiamo essere grati alla riflessione di papa Francesco». Il “New green deal”, ha assicurato, «non è una scatola vuota, ma 50 provvedimenti legislativi nei prossimi due anni che andranno a impattare concretamente sulla vita dei cittadini europei».

Secondo Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola, «Chi non capisce che sviluppo economico e salvaguardia del pianeta sono conciliabili», ha detto all’Ansa, «è destinato a perdere. Anche la grande finanza ha compreso che si deve muovere in questa direzione». In questo quadro, l’Italia, «è messa meglio di altri Paesi perché i suoi cromosomi la collocano nella giusta direzione soprattutto quando incrocia innovazione, qualità e bellezza, quando tiene insieme le comunità e i territori non ce n’è per nessuno».

Realacci e p. Enzo Fortunato, della Rivista San Francesco, hanno parlato con una sola voce quando hanno detto che «il “Manifesto” è una nuova alleanza che tesse una rete tra economia, cultura e ricerca con il contributo delle migliori energie tecnologiche, istituzionali, politiche, sociali, religiose e culturali del Paese. Affrontare con coraggio la crisi climatica non è solo necessario ma rappresenta una grande occasione per rendere la nostra economia e la nostra società ‘abitabile’, green e per questo più capaci di futuro».

Alla presentazione è intervenuto il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, per il quale c’è bisogno di un «coraggio delle scelte» che richiama quindi «la necessità di una visione, per prendere consapevolezza di ciò che siamo, eliminando divari tra territori, persone e imprese».

Di seguito il testo integrale de

 

IL MANIFESTO DI ASSISI

L’economia a misura d’uomo contro la crisi climatica

Affrontare con coraggio la crisi climatica non è solo necessario ma rappresenta una grande occasione per rendere la nostra economia e la nostra società più a misura d’uomo e per questo più capaci di futuro. È una sfida di enorme portata che richiede il contributo delle migliori energie tecnologiche, istituzionali, politiche, sociali, culturali. Il contributo di tutti i mondi economici e produttivi e soprattutto la partecipazione dei cittadini. Importante è stato ed è in questa direzione il ruolo dell’enciclica Laudato Si’ di papa Francesco.

Siamo convinti che, in presenza di politiche serie e lungimiranti, sia possibile azzerare il contributo netto di emissione dei gas serra entro il 2050. Questa sfida può rinnovare la missione dell’Europa dandole forza e centralità.

E può vedere un’Italia in prima fila. Già oggi in molti settori, dall’industria all’agricoltura, dall’artigianato ai servizi, dal design alla ricerca, siamo protagonisti nel campo dell’economia circolare e sostenibile. Siamo, ad esempio, primi in Europa come percentuale di riciclo dei rifiuti prodotti.

La nostra green economy rende più competitive le nostre imprese e produce posti di lavoro affondando le radici, spesso secolari, in un modo di produrre legato alla qualità, alla bellezza, all’efficienza, alla storia delle città, alle esperienze positive di comunità e territori. Fa della coesione sociale un fattore produttivo e coniuga empatia e tecnologia. Larga parte della nostra economia dipende da questo.

I nostri problemi sono grandi e antichi: non solo il debito pubblico ma le diseguaglianze sociali e territoriali, l’illegalità e l’economia in nero, una burocrazia spesso inefficiente e soffocante, l’incertezza per il presente e il futuro che alimenta paure. Ma l’Italia è anche in grado di mettere in campo risorse ed esperienze che spesso non siamo in grado di valorizzare. Noi siamo convinti che non c’è nulla di sbagliato in Italia che non possa essere corretto con quanto di giusto c’è in Italia.

La sfida della crisi climatica può essere l’occasione per mettere in movimento il nostro Paese in nome di un futuro comune e migliore.

Noi, in ogni caso, nei limiti delle nostre possibilità, lavoreremo in questa direzione, senza lasciare indietro nessuno, senza lasciare solo nessuno. Un’Italia che fa l’Italia, a partire dalle nostre tradizioni migliori, è essenziale per questa sfida e può dare un importante contributo per provare a costruire un mondo, civile, gentile.

*Tratto da https://www.symbola.net/wp-content/uploads/2020/01/210x297_manifesto_Symbola-NEW-3.pdf

Adista rende disponibile per tutti i suoi lettori l'articolo del sito che hai appena letto.

Adista è una piccola coop. di giornalisti che dal 1967 vive solo del sostegno di chi la legge e ne apprezza la libertà da ogni potere - ecclesiastico, politico o economico-finanziario - e l'autonomia informativa.
Un contributo, anche solo di un euro, può aiutare a mantenere viva questa originale e pressoché unica finestra di informazione, dialogo, democrazia, partecipazione.
Puoi pagare con paypal o carta di credito, in modo rapido e facilissimo. Basta cliccare qui!

Condividi questo articolo:
  • Chi Siamo

    Adista è un settimanale di informazione indipendente su mondo cattolico e realtà religioso. Ogni settimana pubblica due fascicoli: uno di notizie ed un secondo di documentazione che si alterna ad uno di approfondimento e di riflessione. All'offerta cartacea è affiancato un servizio di informazione quotidiana con il sito Adista.it.

    leggi tutto...

  • Contattaci

  • Seguici

  • Sito conforme a WCAG 2.0 livello A

    Level A conformance,
			     W3C WAI Web Content Accessibility Guidelines 2.0

50 anni e oltre

Adista è... ancora più Adista!

A partire dal 2018 Adista ha implementato la sua informazione online. Da allora, ogni giorno sul nostro sito vengono infatti pubblicate nuove notizie e adista.it è ormai diventato a tutti gli effetti un giornale online con tanti contenuti in più oltre alle notizie, ai documenti, agli approfondimenti presenti nelle edizioni cartacee.

Tutto questo... gratis e totalmente disponibile sia per i lettori della rivista che per i visitatori del sito.