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Resistenza, uguaglianza, liberazione

Resistenza, uguaglianza, liberazione

Tratto da: Adista Segni Nuovi n° 15 del 18/04/2020

Mentre scrivo mi passa davanti il numero dei decessi riconducibili al Covid-19 nelle case di cura per anziani nel Milanese tra la fine di marzo e la prima settimana di aprile: oltre 600 vittime in pochi giorni. Alcuni giornali riportano le testimonianze dei parenti: «Durante le visite ci dicevano di togliere i guanti e mascherine per non allarmare gli altri familiari che non le usavano e non creare panico». I racconti si riferiscono a quel che accadeva ai primi di marzo, dal 9 in poi il lockdown ha interrotto anche la possibilità di fare visita ai parenti. E poi le voci di infermieri e operatori assistenziali che in mancanza di protocolli si fermavano a dormire nelle strutture per paura di rincasare contagiando inevitabilmente i propri familiari. Già perché ormai il virus era entrato in quelle mura e si era inesorabilmente propagato senza nessun ostacolo... “per non creare panico”. Infine, l'agghiacciante colpo di grazia: la delibera dell’8 marzo in cui la Regione Lombardia ha chiesto alle case di riposo di mettere a disposizione spazi per pazienti probabilmente infetti da Covid-19. Sì, avete letto bene. E certamente vi è già capitato di leggerlo altrove. Ma vale la pena di fissarlo a mente. Per ridurre la pressione negli ospedali pubblici a rischio collasso, alcuni pazienti sono stati trasferiti nelle strutture in cui l'età media degli ospiti era quella a più alto rischio di morte. E la carneficina si è consumata.

Si resta senza fiato. Si resta senza fiato. Io ho ritrovato un po' di ossigeno pensando a un appello che è sorto spontaneo su internet e che vorrei contribuire a rilanciare utilizzando questo prezioso spazio che mi viene generosamente concesso. #iorestolibero è lo slogan utilizzato per celebrare quest'anno un 25 Aprile diverso, separati come siamo dall'isolamento forzato ma uniti nel difendere i valori della Costituzione «per tornare a guardare al futuro con speranza e coraggio». Valori basati non solo sul rifiuto e la resistenza al nazifascismo ma anche su ideali di uguaglianza posti a tutela dei diritti di ciascun cittadino. Su tutti, quello alla salute che evidentemente però è stato negato ai poveri ospiti di alcune case di cura italiane, purtroppo non solo milanesi. «Quest’anno – scrivono i firmatari dell'appello a cui è possibile aderire su www.25aprile2020.it – nel settantacinquesimo anniversario della Liberazione, abbiamo bisogno più che mai di celebrare la nostra libertà. In un momento in cui siamo costretti all’isolamento per combattere un nemico invisibile, in cui la distanza sociale ci rende un po’ più soli, possiamo e dobbiamo stringerci e sostenerci. Vogliamo riconoscerci gli uni negli altri, tornare a guardare al futuro con speranza e coraggio, e soprattutto ricordarci che una volta passata questa tempesta saremo chiamati a ricostruire un mondo più giusto, più equo, più sostenibile. Mai come in questa occasione ci è chiaro che occorre porre fine a tutte le guerre fratricide per unirci tutti nell’unica lotta contro i tre nemici comuni: il virus, il riscaldamento del pianeta e le disuguaglianze socio-economiche.

Per questo lanciamo una grande convocazione a cittadine e cittadini per ritrovarci insieme a festeggiare il 25 aprile. La nostra piazza sarà virtuale ma ugualmente gremita e animata, il palcoscenico saranno le nostre case piene di calore, i nostri computer e i nostri smartphone faranno il resto. Uniamoci per metterci alle spalle questa crisi e disegnare un domani luminoso e promettente. Sarà un 25 aprile di liberazione, forse il più grande dal dopoguerra. Stringiamoci intorno alle nostre comunità locali per ridare forza alla comunità nazionale e a quella planetaria». Io mi sento già un pochino meglio, e voi?  

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