
Schiavismo. Aumenta il turismo sessuale in Africa e le prime vittime sono i bambini
«Oggi come allora, l’Africa è una preda»: è la conclusione dolorosa e documentata di un articolo, pubblicato da Africa (rivista dei Missionari d'Africa, o Padri Bianchi) intitolato “Montanelli e quello sfruttamento sessuale mai finito” . Dove l’“allora” è il tempo dell’Italia fascista che, durante la campagna d’Etiopia, consentiva il “madamato” in base al quale Montanelli «comperò» una «moglie» di 12 anni che l’accompagnò nel corso di tutta l’impresa in Abissinia; e l’“oggi” emerge da uno sconfortante rapporto – “Sexual Exploitation of Children in Africa. A Silent Emergency” – pubblicato da African Child Policy Forum (Acpf).
L’Africa sta rapidamente diventando la nuova frontiera dello sfruttamento sessuale dei minori online, ma la legislazione e le misure di protezione dei minori non riescono a tenere il passo, è scritto nel rapporto. Ma è il turismo sessuale la minaccia più grande. «L’aumento del turismo sessuale è un’altra tendenza preoccupante. Le leggi che regolano lo sfruttamento sessuale nei viaggi e nel turismo in Africa sono deboli o inesistenti – è scritto nel rapporto -. Questo dà libero sfogo ai criminali intenzionati a sfruttare sessualmente i bambini. Il 90% dei turisti sessuali sono uomini, statunitensi, britannici, italiani, tedeschi, canadesi, coreani e cinesi, che prendono di mira Paesi con leggi deboli o poco applicate come il Sudafrica, la Nigeria, l’Etiopia, la Somalia, l’Uganda, la Tanzania, Kenya, Ruanda e Sudan».
«Nonostante le prove di questo problema», affermano i responsabili di Acpf, «molti Paesi africani lo sottovalutano, lo fraintendono o ne ignorano la portata. Lo sfruttamento sessuale dei minori è la silenziosa emergenza dei nostri tempi. Questo fenomeno ha le sue radici nella povertà, nella disuguaglianza e nella discriminazione esacerbate da atteggiamenti patriarcali tradizionali e pratiche culturali come il matrimonio infantile e il trattamento dei bambini come proprietà».
*Gustave Boulanger, "Il mercato degli schiavi". Foto tratta da Wikimedia Commons, immagine originale e licenza
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