
I pericolosi convertiplani USA a Sigonella. Chi li ha autorizzati?
Si chiamano convertiplani MV-22 B Osprey gli strumenti di guerra, metà elicotteri e metà aerei, dei reparti d’attacco dei Marines USA, giunti – pochi giorni dopo i droni di tutte le dimensioni – a Sigonella, in Sicilia, dopo aver partecipato ad un’esercitazione aeronavale nel Mar Ionio e nel Mediterraneo centrale coordinata dal Comando della VI Flotta USA di stanza a Napoli.
Ne riferisce Antonio Mazzeo nel suo blog descrivendone storia, proprietà, capacità, costi e pericolosità. «Prodotto dalle holding industriali statunitensi Bell e Boeing, il convertiplano V-22 Osprey (falco pescatore) decolla come un elicottero e vola come un normale aereo. È in grado di trasportare sino a 24 soldati pienamente equipaggiati, alla velocità massima di 509 Km/h e un raggio d’azione di 448 km; è armato di mitragliatrici e missili di precisione aria-terra. Progettato dal Pentagono nei primi anni ‘80 è stato realizzato solo 25 anni dopo con costi di due volte superiori a quelli previsti inizialmente (119 milioni per unità contro i 49 milioni preventivati). Nel giugno 2005 il nuovo convertiplano è stato assegnato al Marine Medium Tiltrotor Squadron 263 che lo ha utilizzato la prima volta in combattimento nel maggio 2008 in Iraq».
«A Sigonella – precisa Mazzeo – gli MV-22 Ospreys sono di casa perlomeno dal settembre 2010: il terminal aereo assicura i necessari rifornimenti ai velivoli in transito o a quelli schierati a bordo delle unità d’assalto USA in rotta nel Mediterraneo. Nel 2013 lo scalo siciliano era stato indicato dal Pentagono come opzione per ospitare un centro operativo per i convertiplani dei Marines presenti in Europa, in alternativa alla base britannica di Mildhenall. “Dato che Sigonella è divenuta una base strategica di lancio delle missioni in Libia durante i crescenti disordini e delle attività di addestramento anti-terrorismo in Africa settentrionale, il Comando per le Operazioni Speciali dovrebbe rivedere la decisione di insediare il centro MV-22 a Mildenhall, nell’ambito del piano di forte espansione e ampliamento delle sue missioni specialmente in nord Africa”, scrivevano i vertici delle forze armate USA», anche se alla fine «si optò per mantenere il centro operativo nel Regno Unito ed utilizzare Sigonella per gli interventi e le esercitazioni nel continente africano».
I convertiplani sono velivoli pericolosi, afferma poi Mazzeo, specificando che «ad oggi nessun governo italiano ha voluto chiarire chi, come e quando abbia autorizzato i dispiegamenti dei convertiplani a Sigonella e soprattutto quali precauzioni sono state individuate per evitare i sempre più numerosi incidenti che coinvolgono questi pericolosissimi veicoli, non fosse altro che lo scalo siciliano è contestualmente interessato dalle altrettanto pericolose evoluzioni dei droni da guerra di US Navy, US Air Force, NATO e Aeronautica italiana. Quello della sicurezza dello spazio aereo dell’Isola è uno degli aspetti meno considerati dall’establishment militare e dalle forze politiche alleate».
«Eppure già nel giugno 2013 – ricorda Mazzeo - un gruppo di parlamentari del Movimento 5 Stelle (tra cui l’odierno presidente della Commissione difesa della Camera dei Deputati, on. Gianluca Rizzo), aveva presentato un’interrogazione in cui si documentavano i rischi per l’incolumità pubblica e gli insostenibili impatti ambientali (inquinamento acustico in primis) degli MV-22 operativi a Sigonella. Nel dicembre 2016 veniva presentata al governo perfino una richiesta di sospensione “in via cautelativa” dei voli dei convertiplani “nelle basi militari di Sigonella e Aviano”, ancora una volta da parte dell’on. Gianluca Rizzo, dopo che un MV-22 Osprey statunitense era precipitato al largo dell’isola di Okinawa». Lecita la domanda finale: «Cosa diranno adesso i pentastellati?».
*Convertiplano. Foto tratta da Wikimedia, immagine originale e licenza
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