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Dopo un mese, nessun porto sicuro per i 27 migranti della nave Etienne

Dopo un mese, nessun porto sicuro per i 27 migranti della nave Etienne

27 migranti fuggiti dalla Libia, salvati in mare il 5 agosto dalla nave mercantile danese Etienne del gruppo Maersk, sono ancora bloccati a largo delle coste maltesi in attesa di un place of safety. In questo lungo mese di limbo, di fronte all’ostinato rifiuto delle autorità maltesi di concedere l’autorizzazione allo sbarco, già in tre si sono lanciati in mare per disperazione e sono stati salvati una seconda volta. A bordo ci sono anche un bambino e una donna incinta. «Una situazione che sta diventando sempre più insostenibile, giorno dopo giorno. Il capitano e l’equipaggio» dell’imbarcazione, sottolinea Avvenire, «sono allo stremo». Tra l’altro, si legge ancora nell’articolo di Daniela Fassini, «la Etienne è una petroliera del gruppo Maersk, non attrezzata per l’assistenza dei migranti. Dopo settimane, la situazione a bordo è diventata invivibile e le scorte alimentari cominciano a scarseggiare». Con la scusa del Covid, spiega infine il quotidiano dei vescovi italiani, il rifiuto del porto sicuro sta diventando sempre più una prassi consolidata.

Anche il manifesto è tornato sulla vicenda della nave Etienne dopo un mese dal salvataggio, con un articolo di Giansandro Merli che rende nota la dichiarazione congiunta di Alto commissariato delle nazioni unite per i rifugiati (Unhcr), Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) e International Chamber of Shipping (Ics). L’equipaggio della nave danese «ha rispettato le sue responsabilità ma adesso si trova in uno scaricabarile diplomatico» sostengono i firmatari lanciando «un messaggio chiaro agli Stati affinché assicurino che i casi di ricerca e soccorso marittimo siano risolti in conformità con la lettera e lo spirito del diritto internazionale». «Gli stati costieri hanno responsabilità essenziali, ma non devono essere lasciati soli».

Anche Eleonora Camilli, dalle colonne del Redattore Sociale, lancia l’allarme sui «dimenticati della nave Etienne», a partire dall’appello del capitano, Volodymyr Yeroshkin, affidato qualche giorno fa ad un video YouTube. «La frustrazione – dice il capitano nel video – cresce ogni giorno. Queste persone sono disperate, hanno bisogno di assistenza. Dobbiamo poter sbarcare il prima possibile». Inoltre, ricorda il Redattore Sociale, la nave non attrezzata per le missioni di salvataggio e l’equipaggio non è addestrato per l’accoglienza e la gestione dell’ospitalità a bordo.


* Foto di Irish Defence Forces, tratta da Flickr, immagine originale e licenza

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