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San Franceschiello, prega per noi

San Franceschiello, prega per noi

ROMA-ADISTA. Quanti siamo avviliti dalla pandemia perdurante e dai suoi effetti pervasivi possiamo, in compenso, tirare un sospiro di sollievo: infatti, come ha comunicato attraverso i suoi vari canali orali e scritti Radio Roma Libera, il 16 dicembre 2020 la Conferenza episcopale della Campania, riunita a Pompei, ha dato il nulla osta all’ avvio della causa di beatificazione per Francesco II di Borbone. Inizia così il cammino che, augurabilmente, lo porterà presto sugli altari. Ma chi era costui?

E’ stato l’ultimo Re delle Due Sicilie, incoronato tale a 23 anni e costretto all’esilio con la moglie Maria Sofia, appena un anno dopo (1860), per via del processo di unificazione italiana attuata sotto la dinastia dei Savoia grazie alla sinergia di Cavour, Mazzini e Garibaldi. La radio che ne dà notizia sottolinea con rammarico che il giovane sovrano fu vittima della formazione, “in maniera avventurosa e spregiudicata”, del Regno d’Italia. Confesso che ignoravo i suoi meriti religiosi, a quanto sembra in continuità con la madre, Maria Cristina Carlotta Giuseppa Gaetana Efisia di Savoia, già proclamata “beata” dalla Chiesa cattolica nel 2014.  Di lui ricordavo solo la risposta di un ufficiale dell’esercito all’ordine di radunare “tutti gli uomini” per difendere dai Mille la reggia napoletana: “Maestà, gli uomini se ne sono scappati tutti. Sono rimasti i fessi”. Sono dunque curioso di apprendere le motivazioni della sua candidatura alla canonizzazione. L’ultimo esponente di un governo definito dal politico britannico Gladstone, ancora nel 1851, "negazione di Dio", ha compensato forse il dispotismo poco illuminato della dinastia recandosi spesso nella cittadina termale di Arco, nel Trentino, dove – fruendo della “mitezza del clima” e della “bellezza del paesaggio, tra i monti e il lago di Garda” -  conduceva “una vita ritirata di meditazione e di preghiera”? Si sta ancora una volta applicando il criterio di separare le virtù private dai vizi pubblici: devoto in casa, non proprio competente e impegnato in piazza ? Chi dà notizia del suo processo di beatificazione lo esclude. Francesco II di Borbone è stato non solo pio in cappella ma ammirevole anche in pubblico dal momento che “ci trasmette l’eco di una virtù sconosciuta agli uomini di oggi: il senso dell’onore cattolico” di cui si avverte estremo bisogno. Soprattutto oggi, epoca in cui – come spiega la medesima, autorevole, fonte – “la Rivoluzione perde la sua capacità progettuale, e la sua capacità di governarsi, si disgrega e regredisce, per così dire in una pluralità di rivolte, accomunate solo dal pathos della distruzione”:  “I rivoltosi, sono gli ecologisti, i pacifisti, gli antirazzisti, i militanti LGBT, gli Indignados, i Black Lives Matter e gli attivisti informatici, che nell’incapacità di realizzare i loro progetti hanno scelto la strada della guerra permanente”.

Un po’ di pazienza, dunque: presto potremo invocare, non solo nel segreto delle nostre stanze ma anche nelle cattedrali e nelle più sontuose processioni, “San Francesco II prega per noi!”.

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