
“Gesù, un uomo… sui generis”: un ciclo di incontri promosso da "Cammini di Speranza"
“Cammini di Speranza” – associazione nazionale di cristiani che riflettono su fede e omosessualità, per promuovere accoglienza, uguaglianza e corretta informazione nella società e nella Chiesa – organizza una rassegna di tre incontri online (20 gennaio, 3 febbraio, 3 marzo) sul tema: “Gesù, un uomo… sui generis”. Al centro dei tre incontri, che si svolgeranno sulla piattaforma Zoom, la figura di Gesù, dirompente ma anche immerso nella cultura del suo tempo. Protagonista dell’evento sarà don Luciano Locatelli, sacerdote della diocesi di Bergamo, amico e collaboratore anche della nostra testata Adista. Per partecipare agli incontri, il link è disponibile nei singoli eventi creati sulla pagina Facebook di “Cammini di Speranza”.
Don Luciano
Don Luciano Locatelli, spiega l’associazione nella presentazione degli incontri sul suo sito, «nasce il 12 agosto 1963, da una famiglia operaia. Entra in seminario nel 1976 e, come dice lui, viene “ridotto allo stato pretale” nel 1988, dopo aver compiuto gli studi presso la Facoltà teologica di Fermo (AP). È stato missionario sacramentino in Africa per 10 anni. Al rientro in Italia entra a far parte del clero della Diocesi di Bergamo. Dopo un decennio come parroco in un piccolo paese della Valle Brembana, ha lavorato un anno a Caserta alla riapertura del Centro di Accoglienza “Tenda di Abramo”, mensa e dormitorio per senza fissa dimora».
Così si presenta lo stesso sacerdote: «Attualmente svolgo il mio servizio in Caritas Diocesana di Bergamo, come operatore del Centro di Primo Ascolto, immerso nelle povertà e negli “scarti” che allegramente e inconsciamente continuiamo a produrre come società (per azioni) del benessere. Insieme a tutto questo vivo la storia quotidiana di Casa don Bepo e Casa Raphael, due strutture che si occupano di persone con problematiche connesse alla sindrome HIV-AIDS, oltre che essere presente in Amoris Laetitia, un centro residenziale che offre uno spazio calorosamente umano per minori terminali (confesso che è la parte più dura del mio servizio). In settimana inizio la giornata con la celebrazione presso una casa di riposo per Suore anziane (che mi hanno scelto, con loro grave pericolo, come “predicatore” per esercizi e ritiri mensili). La domenica vivo l’Eucaristia presso un centro che ospita disabili e autistici gravi (e vi assicuro che la celebrazione è davvero festa!)».
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