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Bose: il Vaticano

Bose: il Vaticano "scinde" la comunità.

Un'altra clamorosa svolta nel caso che da anni contrappone fr. Enzo Bianchi, fondatore ed ex priore della Comunità di Bose, al resto della comunità. Dopo il Decreto "singolare", del 13 maggio 2020, a firma del cardinale Segretario di Stato, Pietro Parolin, e approvato in forma specifica da papa Francesco, con il quale, per gravi motivi comunicati in via riservata ai singoli destinatari, si disponeva, tra l’altro, che fr. Enzo Bianchi si ritirasse dalla Comunità Monastica di Bose, ora padre Amedeo Cencini, delegato pontificio ad nutum Sanctae Sedis e già visitatore apostolico della stessa Comunità, ha emanato il 4 gennaio scorso, un nuovo decreto.

Ne dà notizia lui stesso, con un comunicato di ieri, evidentemente preoccupato di dare il maggiore risalto possibile alla decisione pontificia, affinché questa volta non sia disattesa.

La ragione di questo nuovo intervento pontificio risiede infatti proprio nel fatto che Bianchi avrebbe dovuto, "non oltre il termine di dieci giorni dalla data di notifica del medesimo Decreto (avvenuta il 21 maggio 2020)", trasferirsi "per un tempo indeterminato e senza soluzione di continuità" in un monastero o in altro luogo; eppure, "trascorsi ormai più di otto mesi dalla data in cui fr. Enzo Bianchi avrebbe dovuto eseguire quanto disposto dal Decreto, che aveva accettato per iscritto; dopo non pochi tentativi volti a rendere più agevole a fr. Enzo Bianchi l’obbedienza al Decreto, operati dal Delegato Pontificio, in forza del mandato ricevuto dalla Santa Sede, tenendo conto delle esigenze da lui espresse, nel rispetto della giustizia e, soprattutto, della sofferenza di tutte le persone coinvolte", il trasferimento non è ancora avvenuto. 

La decisione pontificia assunta lo scorso 4 gennaio è questa: poiché Maometto non va alla montagna, ossia Bianchi non lascia Bose, sarà la montagna ad andare da Maometto. E quindi Bianchi dovrà trasferirsi in un altro dei monasteri della comunità, che sarà però scorporato e non potrà più essere considerata una struttura della della Comunità di Bose. La struttura individuata si trova a Cellole di San Gimignano, in provincia di Siena (gli altri monasteri, oltre che a Bose, si trovano a Ostuni, Assisi, Civitella San Paolo e Gerusalemme).

Per questo, "il Delegato Pontificio, sentito il Priore di Bose, Fr. Luciano Manicardi, che ha raccolto anche il parere del Discretorio della Comunità, dopo aver consultato S.E. Mons. Alberto Silvani, Vescovo di Volterra, nella cui Diocesi si trova la Fraternità Monastica di Bose a Cellole, e dopo aver ricevuto il benestare del Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato, ha emanato un Decreto (notificato l’8 gennaio) nel quale ha richiesto alla Comunità monastica di Bose di: 1) interrompere a tempo indeterminato i legami con la “Fraternità Monastica di Bose a Cellole”, sita in località Cellole di San Gimignano (SI), la quale pertanto è stata chiusa e non può essere considerata come “Fraternità della Comunità Monastica di Bose”, "fino a quando non si deciderà altrimenti".

Il decreto, datato 8 febbraio, dispone ora che la fraterinità di Cellole non potrà più chiamarsi “Fraternità Monastica di Bose”, “Monastero di Bose”, o simili, nella pubblicistica, nella cartellonistica, nei siti internet. Bose, inoltre, dovrà "cedere in comodato d’uso gratuito il complesso di immobili di Cellole a Fr. Enzo Bianchi, che vi si trasferirà entro e non oltre martedì 16 febbraio p.v., avendo già dato il suo assenso al riguardo, assieme ad alcuni fratelli e sorelle che hanno manifestato la propria disponibilità ad andare con lui e si troveranno nella condizione di membri della Comunità Monastica di Bose extra domum".

Si tratta quindi di una "scissione". Il monastero dove si trova Bianchi, che verrà raggiuunto da alcun fedelissimi, diventerà una nuova realtà distinta da quella di Bose. Per il resto, sottolinea il decreto, "restano ferme tutte le disposizioni del Decreto singolare del 13 maggio 2020, anche quelle riguardanti gli altri destinatari, ossia fr. Goffredo Boselli, fr. Lino Breda e sr. Antonella Casiraghi", ossia l'ex segretario della comunità, l'ex responsabile della liturgia e l'ex sorella responsabile generale, le tre persone più vicine all'ex priore.

"Si è ritenuto doveroso dare questa pubblica comunicazione - conclude il decreto di padre cencini - per rendere noto il mutato status della già “Fraternità monastica di Bose a Cellole”, al fine di "evitare qualsiasi confusione e ambiguità in merito".

Immediata, dopo la divulgazione del comunicato di padre Cencini, la reazione della fraternità di Bose: "Dal giugno dello scorso anno, la Comunità ha atteso invano che fr. Enzo Bianchi obbedisse al Decreto singolare del 13 maggio, approvato in forma specifica da papa Francesco che, per il bene della Comunità, disponeva tra gli altri provvedimenti anche il suo allontanamento a tempo indeterminato da Bose e dalle sue Fraternità. In questi lunghi mesi il Delegato Pontificio p. Amedeo Cencini ha operato non pochi tentativi volti a rendere più agevole a Fr. Enzo Bianchi l’esecuzione del suddetto Decreto, agendo secondo la pazienza insegnata dal Vangelo, in forza del mandato ricevuto dalla Santa Sede, nel rispetto della giustizia e, soprattutto, della sofferenza di tutte le persone coinvolte.

Siccome tra le motivazioni addotte da fr. Enzo Bianchi per sottrarsi alla fattiva esecuzione del Decreto e spiegare il suo restare a Bose, nei medesimi locali da lui abitati da oltre un decennio, vi era l’indisponibilità a recarsi in un altro monastero e l’asserita impossibilità a trovare un altro luogo adeguato, la Comunità ha acconsentito alla richiesta suggerita dal Delegato pontificio di rinunciare alla propria Fraternità di Cellole, richiamando a Bose o in altre sue Fraternità i fratelli fino ad oggi presenti a Cellole e cedendo in comodato d’uso quegli immobili, così che fr. Enzo vi si possa trasferire prima dell’inizio della Quaresima, accompagnato da alcuni membri professi che – nella condizione canonica di extra domum ed esonerati dal divieto, disposto dal Decreto singolare, di intrattenere rapporti con fr. Enzo – possano rendere sostenibile la sua permanenza in quel luogo, scorporato ormai “da Bose e dalle sue Fraternità”. Una decisione per noi ardua e carica di sofferenza, ma purtroppo inevitabile e non ulteriormente procrastinabile".

 

 

 

 

* Enzo Bianchi in una foto [ritagliata del 2013] del Centro Nazionale Volontariato tratta da flickr, immagine originale e licenza

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