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Palestina e Israele: ripristinare il diritto per fermare la violenza. Una Lettera aperta

Palestina e Israele: ripristinare il diritto per fermare la violenza. Una Lettera aperta

L’escalation di violenza in Palestina interroga la società civile italiana, che in una lettera aperta – indirizzata al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al presidente del Consiglio Mario Draghi, al ministro degli Esteri Luigi Di Maio, al presidente della Commissione Esteri del Senato Rosario Petrocelli, al presidente della Commissione Esteri della Camera Piero Fassino – chiede un’«azione diplomatica, di pace e di rispetto del Diritto Internazionale» per «fermare la violenza» e «riconoscere lo Stato di Palestina».

I firmatari – tra i quali Cgil, Cils, Uil, Acli, Associazione delle Organizzazioni Italiane di cooperazione e solidarietà internazionale, Arci, Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, Associazione per la Pace, AssoPace Palestina, Beati i costruttori di pace, Emmaus Italia Onlus, Fiom, Fondazione Giorgio La Pira, Fondazione Basso, Gruppo Abele, Iriad, Legambiente, Libera, Movimento Internazionale della Riconciliazione, Movimento Nonviolento, Noi Siamo Chiesa, Opal Brescia, Pax Christi, Pro Civitate Christiana, Progetto Sud, Rete italiana Pace e Disarmo – esprimono «profonda preoccupazione per quanto sta accadendo nella martoriata terra di Palestina» e chiedono alle istituzioni italiane «una forte azione diplomatica affinché cessi il conflitto tra israeliani e palestinesi».

La Lettera individua nel rinvio delle elezioni del 22 maggio, nelle provocazioni dei coloni israeliani, nell’interdizione ai palestinesi della Spianata delle Moschee durante il Ramadan, nel «viatico concesso ai coloni» di sfrattare i palestinesi a Gerusalemme Est e specialmente a Sheikh Jarrah le ragioni di uno scontro che si è allargato a macchia d’olio fino a coinvolgere anche Gaza. Dalle Nazioni Unite e dall’Unione Europea i firmatari si aspettano una presa di posizione più decisa per rimuovere «le cause che provocano la violenza e l’ingiustizia che subisce il popolo palestinese e, di rimando, anche la popolazione israeliana».

In particolare la Lettera chiede all’Italia di intraprendere un’azione diplomatica in sede Onu e Ue per: chiedere alle parti di fermare immediatamente le violenze; pretendere da Israele lo stop all'espropriazione e alla demolizione delle case a Gerusalemme Est; invitare Israele a rimuovere gli ostacoli che impediscono le elezioni libere e regolari in Cisgiordania, Gerusalemme Est e nella Striscia di Gaza, come previsto dagli accordi di Oslo, firmati dalle parti; consentire agli osservatori internazionali l’accesso e il controllo dell’intero processo elettorale; riconoscere lo Stato di Palestina «come membro a pieno titolo delle Nazioni Unite, per permettere ai due Stati di negoziare direttamente in condizioni di pari autorevolezza, legittimità e piena sovranità».

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