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Otto per mille: meno Chiesa, più Stato

Otto per mille: meno Chiesa, più Stato

ROMA-ADISTA. Cala ancora la percentuale dei contribuenti che sceglie di destinare l’otto per mille alla Chiesa cattolica.

Se, come già anticipato da Adista (v. Adista Notizie n. 21/21), nel 2021 ad aver firmato per la Chiesa italiana sono stati in 13.508.714 (il 32,78%) e nel 2022 (redditi 2018) saranno in 13.156.156 (31,8%), secondo i dati forniti dal Ministero dell’Economia e delle Finanze nel 2023 (redditi 2019) il numero scenderà abbondantemente sotto i 13 milioni (12.056.389) e la percentuale andrà sotto il 30% (29,03%); anche se, in base al controverso meccanismo che ripartisce le quote non espresse proporzionalmente alle firme ottenute, la Chiesa cattolica raggiungerà l’apparente percentuale del 71,74% (di coloro che hanno effettuato una scelta).

Calo significativo anche per le Chiese metodiste e valdesi, le cui firme passano dalle 569.638 del 2022 (1,38%) alle 489.289 del 2023 (1,18%, che diventa il 2,91% considerando anche le quote non espresse).

Al contrario cresce il numero di firme a favore dello Stato, che dalle 2.826.428 del 2022 (6,83%) aumentano alle 3.801.974 del 2023 (9,16%, che diventa il 22,62% considerando anche le quote non espresse).

Difficile dire cosa questo significherà in termini monetari, perché la cifra varia sempre a seconda dell’gettito complessivo e dei conguagli degli anni precedenti; ma si può ipotizzare che vi sarà un cospicuo “travaso” di fondi dalla Chiesa cattolica – che incassa oltre un miliardo di euro l’anno – allo Stato

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