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Pax Christi: Mimmo Lucano è un uomo che ha operato per il bene, sia assolto in appello

Pax Christi: Mimmo Lucano è un uomo che ha operato per il bene, sia assolto in appello

ROMA-ADISTA. «Vicinanza, umana e cristiana» viene espressa da Pax Christi Italia e da Mosaico di pace a Mimmo Lucano, ex sindaco di Riace condannato a 13 anni e due mesi di carcere per la sua azione politica e umana di accoglienza dei migranti.

«Ho pianto», commenta p. Alex Zanotelli, direttore responsabile della rivista promossa da Pax Christi. «Come è possibile - prosgue - che in una Calabria dove la ‘Ndrangheta, la più potente organizzazione mafiosa al mondo, è padrona, si condanni un uomo che ha fatto del bene a Riace, ai migranti e agli stessi suoi abitanti?».

«Il nostro auspicio - si legge nella nota di Pax Christi - è che questa sentenza possa mutare nei gradi successivi di giudizio e che non sia nel contempo anche condanna indiscriminata di tutto il lavoro di accoglienza e di integrazione messo in campo dalla Chiesa e dalla società civile. Non possiamo tacere di fronte alle contraddizioni della nostra politica: da una parte stiamo operando nel quadro di rapporti internazionali basati su scambi ingiusti, che disgregano, corrompono e generano conflitti, impoverimento ed esodi di popolo e stiamo partecipando a un costante e crescente riarmo che vede l’Italia sempre più impegnata a vendere armi anche a Paesi del Sud del mondo; dall’altra, condanniamo un uomo e con lui un progetto di accoglienza di persone, di bambini, di donne e di uomini affamati dalle stesse armi. O forse preferiamo alimentare un’economia di sfruttamento che prolifera nelle nostre campagne a dispetto di ogni diritto? Ci corazziamo con decreti chiamati di “sicurezza”, umiliando la dignità umana e seminando di trappole procedurali il percorso della solidarietà e fraternità attiva, che viene prima di tutto dalla legge morale che precede ogni altra legge.

La magistratura ha reso pubblica la condanna di Lucano proprio alla vigilia di due grandi commemorazioni: la Giornata internazionale della nonviolenza (2 ottobre) e la Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione (3 ottobre). Quale contraddizione! Come giustificheremmo questa condanna ai 368 migranti morti otto anni fa al largo di Lampedusa? Quale Europa, quale Italia, quale umanità vogliamo? Quale giustizia? Con tanti interrogativi aperti e il cuore affranto, crediamo che sia tempo di politiche nuove, di economie disarmate, di nonviolenza. Perché la frontiera, per dirla con le parole di Alessandro Leogrande, “è una linea fatta di infiniti punti, infiniti nodi, infiniti attraversamenti. Ogni punto una storia, ogni nodo un pugno di esistenze, Ogni attraversamento una crepa che si apre”. E l’Europa di Ventotene, l’Italia dei padri costituenti, sono ponti. Non archi di guerra. Non muri né mare in cui morire. Ma porti aperti e braccia pronte ad accogliere».

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