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Cop26: dal WWF delusione con una punta di speranza

Cop26: dal WWF delusione con una punta di speranza

Il giorno dopo la chiusura dei lavori della Cop26 di Glasgow, una nota del WWF parla di un «cambio di passo nella velocità e nella portata dell’azione climatica» che «non è arrivato», ma mantiene aperto uno spiraglio alla speranza, invitando i governi a colmare le lacune dell’accordo finale. Per esempio sull’assenza di «obiettivi di riduzione delle emissioni nel breve periodo», «di regole per fornire e monitorare i progressi fatti», e di «finanziamento all’azione climatica necessaria per indirizzare il mondo verso un futuro più sicuro».

La Cop26, dice ancora il WWF si è chiusa «con decisioni deboli» e che lasciano alla liberà volontà dei singoli Paesi «appigli significativi» «per aumentare le proprie ambizioni climatiche a breve termine e per implementare politiche climatiche vincolanti».

Qualcosa di buono però c’è, osserva il WWF: nell’accordo firmato, per la prima volta, vengono menzionati i sussidi ai combustibili fossili, è riconosciuta altresì l’esigenza «di accelerare gli investimenti in energia pulita» e viene sottolineato «il ruolo critico della natura». «La natura – spiega la nota – è veramente arrivata alla Cop26. I leader stanno finalmente riconoscendo che l’azione per proteggere e ripristinare la natura deve essere al centro della nostra risposta alla crisi climatica, insieme ad una completa trasformazione del sistema energetico. Il riconoscimento del ruolo della natura da parte della Cop26 deve spingere tutti i Paesi a considerare il contributo della natura nei loro piani climatici nazionali, anche nell’adattamento».

«Siamo nel mezzo di un’emergenza climatica, ma ancora in tempo» per scongiurare la catastrofe umanitaria e ambientale derivante dall’innalzamento della temperatura sopra i fatidici 2°C. Il WWF si appella ai singoli Paesi, che ora dovranno dimostrarsi più ambiziosi di quanto emerso durante i lavori al Summit sul Clima: «I paesi devono raggiungere collettivamente il 50% di riduzione di CO2 entro il 2030 e innalzare i propri impegni di conseguenza nel 2022 rispettando l’obiettivo di 1,5°C». Obiettivo ancora possibile – ha detto Mariagrazia Midulla (responsabile Clima ed Energia del WWF Italia, che ha seguito i lavori a Glasgow) – «solo intensificando la risposta globale alla crisi climatica. Ma la finestra temporale che resta si sta chiudendo velocemente, quindi è tempo che i leader mondiali mantengano tutte le loro promesse (...). Glasgow è stato un punto di partenza e non di arrivo (…). Nessuno è al sicuro e abbiamo tutti troppo da perdere, noi e il Pianeta».

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