
Bene comune pubblico e mondiale: una petizione per "liberare l'acqua dalla borsa"
Anche il Comitato promotore della Marcia #perugiassisi della pace e della fraternità ha deciso di aderire e rilanciare la petizione online “Liberiamo l’acqua. Vogliamo l’acqua bene comune pubblico mondiale e fuori dalla borsa!”, promossa in Italia – in linea con la campagna internazionale "Liberiamo l'acqua dalla Borsa" – da Agorà degli Abitanti della Terra, Acqua Bene Comune Milano, Laudato Sì, Costituzione Beni Comuni, Pax Christi, Monastero del Bene Comune di Verona, Mamme No Pfas, Emmaus Italia, Movimento Blu-Transform! Italia, Animal Save Italia, Radio Itineraria.
La mobilitazione mondiale è stata avviata dall'associazione internazionale Agorà degli Abitanti della Terra, con sede in Belgio, in seguito alla decisione di quotare l’acqua nella Borsa di Chicago, il 7 dicembre 2020. Il mese scorso, poi, la Borsa di New York ha tentato l’affondo definitivo alle risorse naturali, aprendo la possibilità di investire capitali in una nuova categoria di aziende, le “Natural Assets Companies” (Nac). «Una vera e propria monetizzazione generale della natura sotto tutela della Borsa, per comprarsi pezzi di Pianeta da cui estrarre profitti», denuncia la petizione. Un modo, in sostanza, per consentire ai grandi gruppi finanziari di allungare le mani e gestire le risorse del pianeta, acqua compresa.
«Scarsità per taluni, è ricchezza per altri secondo il dogma liberista», accusa ancora il testo che si può firmare su Change.org. Già oggi «2,2 miliardi di persone non hanno ancora un accesso minimo vitale all’acqua potabile e 3,4 miliardi non dispongono di servizi igienici di base». Ma «sottoporre l’acqua alla speculazione finanziaria apre a scenari ancora peggiori che, inevitabilmente, porteranno all’emarginazione di territori, popolazioni, piccoli agricoltori e piccole imprese, aggravando la crisi globale ecosistemica, climatica, economica, sociale e sanitaria».
Alle istituzioni politiche italiane, la petizione chiede: «Che vengano immediatamente vietate le transazioni finanziarie sull’acqua»; «il divieto alle società di gestione dei servizi idrici di essere quotate in Borsa»; «che si rigetti la monetizzazione della natura e venga riconosciuto il diritto dei fiumi, mari, laghi, ghiacciai e loro ecosistemi, di esistere in quanto tali, come beni universali della vita»; «che venga formalmente stralciato l'art. 6 dal Ddl Concorrenza che mette in discussione alla base la funzione pubblica e sociale dei Comuni»; «che si sleghi l’agroalimentare dalla logica del profitto, incentivando le produzioni vegetali e locali che abbisognano di meno acqua rispetto a quelle zootecniche e favorendo così un utilizzo razionale e responsabile delle risorse idriche a fini alimentari».
Leggi e firma la petizione su Chage.org
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