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"Sciogliere subito le organizzazioni neofasciste". Un appello al presidente del Consiglio Draghi

La posta in gioco è alta: bisogna intervenire «prima che sia troppo tardi». È perentorio l’invito al presidente del Consiglio Mario Draghi a «sciogliere subito le organizzazioni neofasciste», diffuso dalla stessa rete di partiti politici, sigle sindacali e associazioni della società civile che già il 16 gennaio 2021 aveva promosso l’appello per un’alleanza democratica e antifascista “Uniamoci per salvare l’Italia” (tra gli altri: Anpi, Acli, Arci, Articolo1, Articolo21, Cgil, Cisl, Uil, Comitati Dossetti, Federazione dei Verdi, Legambiente, Libera, M5S, PD, PRC, 6000sardine e Sinistra Italiana).

Dopo le note aggressioni di stampo neofascista, durante la manifestazione “no green pass” il 9 ottobre scorso, alla sede della Cgil di Roma e al pronto soccorso del Policlinico “Umberto I”, ma anche dopo i «ripetuti attacchi alla libertà di informazione che sono giunti fino all'aggressione a coloro che esercitano il diritto di cronaca», si è reso «improcrastinabile», dicono i firmatari, «lo scioglimento delle organizzazioni neofasciste come previsto dalla XII Disposizione finale della Costituzione e prescritto dalla legge Scelba del 1952». L’iniziativa è stata caldeggiata più volte nel corso degli ultimi anni, ma ogni sforzo della società civile antifascista in questa direzione ad oggi non ha sortito alcun risultato.

«Chiediamo il massimo impegno da parte del governo e di tutte le istituzioni della Repubblica – si legge nell’appello a Draghi – per contrastare fermamente la deriva a cui stiamo assistendo in Italia e in Europa, dove proliferano movimenti di chiaro stampo fascista, nazista, antisemita, nazionalista e xenofobo». Una ferma presa di posizione delle istituzioni italiane potrebbe infatti «stimolare l'Unione Europea nelle azioni di contrasto più efficaci contro questi comportamenti che tentano di minare alla base i consessi democratici dei singoli Paesi».

Ricordano poi i firmatari della lettera che il 9 ottobre il presidente Draghi aveva «annunciato la costituzione di un gruppo di studio sulla tematica dello scioglimento delle organizzazioni neofasciste. Non siamo a conoscenza del lavoro svolto da tale gruppo, ma ci teniamo a sottolineare la cristallina chiarezza del secondo comma dell'art. 3 della legge Scelba ove, in merito a tali organizzazioni, si afferma che nei casi straordinari di necessità e di urgenza, il Governo deve adottare il provvedimento di scioglimento e di confisca dei beni mediante decreto-legge».

Al presidente Draghi ricordano, inoltre, le mozioni per lo scioglimento di Forza Nuova, protagonista dell’assalto alla Cgil, promosse da Pd, Movimento 5 stelle, Liberi e Uguali e Italia Viva e approvate dal Senato e dalla Camera il 20 e 21 ottobre scorso. «Siamo certi di trovare in Lei un sostenitore, attento e sensibile ai valori dell'antifascismo».

Ben lungi da ogni ingenuità, e consapevoli che non sarà sufficiente sciogliere le organizzazioni per sradicare una sottocultura fascista che prolifera nei contesti di emarginazione, i promotori dell’appello si dicono «allarmati, visto il grave disagio sociale che attraversa il Paese, dall'aumento della povertà, economica, educativa, abitativa, dalle opportunità di lavoro troppo sporadiche rispetto alle legittime aspirazioni dei giovani e più in generale dei cittadini tutti: quando le persone si sentono sole, senza risposte sui temi caldi della vita di tutti i giorni, possono essere preda degli slogan vuoti e semplicistici», diffusi con spavalderia e arroganza dei gruppi di estrema destra. Una reale sconfitta di ogni fascismo nel Paese, suggeriscono i firmatari della lettera a Draghi, passa necessariamente per l’inclusione: «Servono risposte che aiutino le persone a sentirsi parte integrante della società, a sentirsi incluse. La democrazia è sorgente di libertà, solidarietà, eguaglianza. E la storia dimostra che la democrazia si conquista ogni giorno ed “insieme”: non è mai conquistata una volta per tutte. La democrazia sarà più forte se si difende sia attraverso la conoscenza, la cultura, la formazione, sia con la rigorosa applicazione della Costituzione e delle sue leggi di attuazione».

Leggi l'appello sul sito dell'ANPI

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