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“La guerra è una follia!”: già 40mila adesioni all'appello per la pace in Ucraina

Sono oltre 40mila le persone che hanno già firmato l’appello contro la guerra, diffuso il 26 gennaio scorso da Tavola della Pace e Centro Diritti Umani “Antonio Papisca” dell'Università di Padova, in occasione della giornata di preghiera e raccoglimento promossa da papa Francesco per la pace in Ucraina.

«Sono donne e uomini, ragazze e ragazzi, credenti e non credenti, che hanno scelto di vincere il senso di impotenza e di indifferenza che circonda questa nuova incredibile tragedia», si legge in un comunicato stampa diffuso oggi dal Comitato promotore della Marcia #perugiassisi per la Pace e la Fratellanza. «Dal 26 gennaio, Giornata di preghiera per la pace in Ucraina indetta da Papa Francesco, stiamo invitando a firmare questo appello e ad appendere una bandiera di pace alla finestra di casa, di scuola, del Comune e dei luoghi di lavoro».

A questo link la lista aggiornata delle adesioni e le indicazioni per sottoscrivere l'appello via email o su Change.org. di seguito, invece, il testo integrale dell'appello firmato da Flavio Lotti (Tavola della pace) e Marco Mascia (Centro Diritti Umani “Antonio Papisca”, Università di Padova).


Ucraina: la guerra è una follia!

Nella provvidenziale Giornata di preghiera per la pace in Ucraina indetta il 26 gennaio 2022 da Papa Francesco, invitiamo tutti, credenti e non credenti, a unire le proprie voci per cercare di impedire lo scoppio della guerra. Appendi anche tu una bandiera di pace alla finestra!

È una inaccettabile follia. La sola idea che si debba tornare ad affrontare una guerra in Europa è una autentica follia.

Tutti i responsabili dell’Unione Europea e della politica internazionale sono chiamati ad agire con determinazione per impedire che la crisi dell’Ucraina sfoci in una nuova guerra che avrebbe conseguenze devastanti per tutto il mondo. Sarebbe una pericolosissima regressione storica.

L’Europa dica subito una parola chiara: Mai più guerra in Europa! E agisca di conseguenza.

Non c’è alcuna possibilità di difendere i diritti umani o di risolvere le crisi muovendo carri armati, soldati, navi e aerei di guerra.

Questo è il tempo di dichiarare la pace e non la guerra!

Con la guerra si scaricherebbe su noi tutti una catastrofe umanitaria, una crisi energetica ed economica di enormi e incontrollabili proporzioni.

Con la guerra tutto andrà perduto. Con la pace tutto è ancora possibile.

L’Unione Europea è un progetto di pace. Nessun processo di allargamento politico o militare può avvenire a spese della vita e della pace. L’Unione Europea deve affrontare alla radice tutti i problemi che da lungo tempo attraversano e colpiscono l’Ucraina e i confini orientali. L’obiettivo principale deve essere la paziente e tenace costruzione della pace e della sicurezza dall’Atlantico agli Urali anche attraverso un reale processo di disarmo.

Allo stesso tempo, è necessario riconoscere che l’escalation in Ucraina è espressione del grave prolungato deterioramento delle relazioni internazionali e dell’altrettanto serio indebolimento delle Istituzioni internazionali. L’Italia e l’Europa lavorino per cambiare rotta: senza il rispetto della legalità internazionale, senza la democratizzazione e il rilancio del dialogo politico e della cooperazione a tutti i livelli sarà impossibile difendere i diritti umani e affrontare efficacemente le tante crisi che incombono. Non è possibile fare la guerra e, allo stesso tempo, promuovere la realizzazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Non è più ammissibile che la sicurezza degli stati continui a prevalere sulla sicurezza umana.

Per l’UE, per la sua storia, per i suoi valori, per i suoi cittadini, il Diritto internazionale dei diritti umani è la bussola per la soluzione del conflitto in Ucraina.

Le guerre costituiscono una criminale sequela che ha le caratteristiche del circolo vizioso: guerra chiama guerra. Perché il cerchio si spezzi occorre che vengano meno gli attributi militari degli stati-nazione; si affermino strutture democratiche di governo mondiale; si metta in funzione il sistema di sicurezza collettiva previsto dalla Carta delle Nazioni Unite. Il Trattato di Lisbona, stabilisce espressamente che “l’Unione promuove soluzioni multilaterali ai problemi comuni, in particolare nell’ambito delle Nazioni Unite. ...L’Unione opera per assicurare un elevato livello di cooperazione in tutti i settori delle relazioni internazionali al fine di: ... preservare la pace, prevenire i conflitti e rafforzare la sicurezza internazionale, conformemente agli obiettivi e ai principi della Carta delle Nazioni Unite, ...” (art. 21).

Ringraziamo Papa Francesco per aver promosso la Giornata di preghiera per la pace in Ucraina in un momento di grave sottovalutazione del pericolo.

Flavio Lotti, Tavola della pace

Marco Mascia, Centro Diritti Umani “Antonio Papisca” – Università di Padova

26 gennaio 2022

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