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La guerra in diretta: «Non ci sono poteri buoni»

La guerra in diretta: «Non ci sono poteri buoni»

I TG continuano a mostrarci ossessivamente la guerra in diretta. Non facevano altrettanto quando gli USA invasero l'Iraq; ma allora i buoni americani attaccavano i cattivi iracheni, mentre adesso i cattivi russi attaccano i buoni ucraini, e così i mezzi di informazione devono fare di tutto per mostrarci quanto Putin sia da condannare. Già, perché in queste ultime settimane la stampa e la politica occidentale si sono improvvisamente accorte che la Russia non è precisamente una democrazia e che Putin non è proprio un capo di stato illuminato. C'è stato bisogno di una guerra per capire come stanno le cose o, più semplicemente, per smettere di fingere di non capire. Del resto gli affari sono affari, e finché il dittatore di turno non ci pesta i piedi tanto vale continuare a fare affari con lui, tappandosi occhi, naso e orecchie. Ma che dire di Zelensky, che ormai è diventato ospite d'onore di tutti i Parlamenti occidentali? Se lo avessimo ascoltato a quest'ora saremmo in guerra con la Russia. Ci vuole molto pelo sullo stomaco a proporre alla NATO, o a chi per lei, di chiudere lo spazio aereo ucraino. Forse non è proprio un pacifista colui che stiamo sostenendo a spada tratta.

E ci sono voluti bombardamenti e stragi per farlo arrivare a dire, pochi giorni fa, che non è il caso che l'Ucraina entri nella NATO. Forse, se lo avesse detto un mese fa, Putin si sarebbe fermato. E allora siamo sicuri che Zelensky sia migliore di Putin? E siamo sicuri, come lo siamo stati fino all'altro giorno, che Putin non sia altro che l'ultimo dei dittatori che il popolo russo ha dovuto subire? E che dire di Biden, che usa nei confronti di Putin parole che non aiutano certamente a costruire ponti? Certo, Putin si sta comportando da criminale di guerra, ma non è proprio questo il momento di inasprire gli animi, e chi si gloria di dirigere la più grande democrazia dovrebbe arrivare a capirlo. E poi, da che pulpito viene la predica? Basti pensare alla situazione disastrosa in cui gli americani hanno lasciato l'Afghanistan.

Insomma, per citare qualcuno che in fatto di potere la sapeva lunga: «Certo bisogna farne di strada / Da una ginnastica d'obbedienza / Fino ad un gesto molto più umano / Che ti dia il senso della violenza / Però bisogna farne altrettanta / Per diventare così coglioni / Da non riuscire più a capire / Che non ci sono poteri buoni / Da non riuscire più a capire / Che non ci sono poteri buoni» ["Nella Mia Ora Di Libertà", Fabrizio De André].


Foto di World Economic Forum, tratta da Flickr, immagine originale e licenza

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