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Dopo la Sentenza della Corte Suprema Usa, “Noi Siamo Chiesa” ribadisce il sostegno alla legge 194

Dopo la Sentenza della Corte Suprema Usa, “Noi Siamo Chiesa” ribadisce il sostegno alla legge 194

Il pronunciamento con cui la Corte Suprema degli Stati Uniti ha revocato la sentenza Roe vs Wade del 1973, che aveva legalizzato l'aborto a livello federale, è occasione perché, da più parti, si chieda di riaprire la discussione sul tema anche in Italia. 

Di fronte a ciò, il movimento per la riforma della Chiesa cattolica “Noi Siamo Chiesa” intende ribadire le ragioni del favore con cui, al pari di moltissimi altri credenti (anche tra chi ha responsabilità associative e nel clero), giudica la legge n. 194 del 1978, già confermata dal referendum del 1981. 

1) La legge n. 194 è una buona legge, che affronta laicamente un reale problema sociale e afferma con determinazione il valore della vita, preoccupandosi di creare le condizioni affinché l’aborto sia evitato o, alla peggio, avvenga in condizioni accettabili, sottraendolo alla clandestinità ed alla speculazione. L’applicazione della legge è stata invece carente soprattutto per quanto riguarda l’educazione sessuale diffusa e la disomogenea e spesso insufficiente organizzazione dei servizi sanitari e sociali previsti.

2) La legge non può che riconoscere e rispettare la libertà di decisione della donna in una situazione come quella della gravidanza così intimamente connessa con il suo essere fisico, psicologico e con le sue prospettive esistenziali. E, per quanto possa essere faticoso da accettare, lo stesso giudizio etico (anche quando illuminato dalla fede) deve fermarsi ed avere il massimo rispetto delle decisioni della donna, spesso assunte in condizioni personali molto difficili. Ciò anche se, per tutte e per tutti, e soprattutto per i credenti, l’interruzione volontaria della gravidanza rimane un fatto traumatico, una violenza grave all’ordine della natura e della creazione e pone continuamente il problema della sua prevenzione. 

3) La difesa dei valori della vita, inoltre, merita un’azione a tutto campo nei confronti del “quotidiano” di donne ed uomini che soffrono e amano, qui e oggi, e va ben al di là della rigida tutela dell’embrione. C’è anzitutto il problema delle condizioni sociali della famiglia, dal precariato del lavoro dei giovani ai carenti servizi all’infanzia, dagli interventi, quasi inesistenti, a favore delle famiglie numerose alla condizione degli extracomunitari. C’è la ribadita ostilità della posizione ufficiale della Chiesa nei confronti degli anticoncezionali, che è senza fondamento biblico e teologico, e suscita molte reazioni negative anche nel popolo cristiano. C’è lo stesso rapporto tra uomo e donna, spesso ancora segnato da una cultura e comportamenti maschilisti, che può costringere la donna a scegliere in solitudine se abortire o allevare da sola il bambino o la bambina; per non dire di quando la donna si trova incinta senza una sufficiente consapevolezza o in conseguenza di una violenza subita. 

4) Una conferma dell’appoggio alla legge n. 194 non può dunque essere disgiunta dall’impegno per una cultura diversa nei confronti della donna, che ne rispetti la libertà, ne comprenda e aiuti i bisogni, ne valorizzi sentimenti e valori, di cui ha bisogno questa società organizzata sul protagonismo, la competizione e l’immagine. La Chiesa cattolica stessa, d’altro canto, è permeata di culture, prassi e strutture maschiliste, nonostante l’esaltazione retorica del “femminile”. 

“Noi Siamo Chiesa” cerca di proporre nella comunità dei credenti comportamenti laici nei rapporti con la società e le istituzioni ed una cultura della difesa della vita che sia ispirata alla carità ed alla misericordia di cui parla l’Evangelo e non alle asprezze, anche ideologiche, ed alle pressioni, anche politiche, delle ricorrenti campagne promosse da autorità e organizzazioni cattoliche. 


Roma, 27 giugno 2022                                                                “Noi Siamo Chiesa” 

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