8 per mille alla Chiesa cattolica: si conferma il trend in calo
“8 per mille: calano ancora le firme per la Chiesa cattolica”: così, in un comunicato stampa in data di oggi, l’UAAR (Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti) informa sui dati (provvisori) relativi alle dichiarazioni dei redditi del 2021, dai quali risulta che la Chiesa cattolica perde 260 mila firme, mentre si conferma il trend in favore dello Stato, che ne guadagna 220 mila. Dati «pubblicati in sordina dal Ministero dell'Economia e delle Finanze e passati sotto silenzio», osserva Roberto Grendene, segretario dell’UAAR.
«Sembra quasi – commenta – che il Mef abbia pubblicato i dati in silenzio per non disturbare la campagna pubblicitaria milionaria della Chiesa cattolica, che anche quest'anno ha invaso tutti i mezzi di informazione. Già lo scorso anno (dichiarazioni 2020) si era registrato un travaso dalla Chiesa allo Stato, con le firme alla Chiesa scese per la prima volta sotto il 30% del totale dei contribuenti e un balzo in avanti dello Stato di un milione di firme. Il trend, seppur meno forte, si conferma anche per le dichiarazioni dei redditi del 2021, secondo i dati provvisori diffusi dal Mef, e non possiamo che rallegrarcene – prosegue il segretario – anche se il governo di unità nazionale negli scorsi mesi non ha nemmeno mandato in onda lo spot foglia-di-fico dello scorso anno per chiedere ai contribuenti di scegliere lo Stato».
Lo spot foglia-di-fico cui fa riferimento Grendene «è una delle pochissime, se non l’unica, forma di pubblicità che, da moltissimi anni a questa parte, lo Stato ha messo in campo per invitare a destinare alle proprie casse l’8 per mille (a fronte del battage pubblicitario della Chiesa…) e ha avuto la miseria di 220 visualizzazioni su YouTube, visto che la presidenza del Consiglio dei ministri l'ha pubblicato "non in elenco", ossia invisibile a meno di non passare da una introvabile pagina del sito pubblicata il 16 giugno 2021».
«Il governo di unità nazionale, che diceva di avere a cuore gli interessi del Paese per risollevarlo dalla crisi, di fronte all'8 per mille ha messo la testa sotto la sabbia, dimostrando di fare gli interessi del Vaticano», denuncia ancora Grendene. «È solo grazie a campagne come Occhiopermille.it (promossa dalla nostra associazione) che si ha qualche informazione su questo sistema di finanziamento che, in virtù del perverso meccanismo per cui le quote non espresse – quelle che non vengono destinate, perché il contribuente non firma né per lo Stato né per una delle confessioni religiose che ha accesso ai fondi – sono comunque ripartite in proporzione alle firme ottenute, fa sì che la Chiesa, con il 28,64% delle firme incameri il 70,37% dei fondi».
«Su questo sistema è intervenuta a più riprese anche la Corte dei Conti», ricorda Manuel Bianco, responsabile della campagna Occhiopermille, «sottolineando tra l’altro come “l’infedele trasmissione e l’interferenza nel processo decisionale delle opzioni operate dai contribuenti nella scelta sull’8 per mille rappresentano un grave vulnus all’istituto, in quanto questo trova la sua ragion d’essere proprio nella libera scelta dei cittadini”. Eppure, nonostante i richiami, Parlamento e Governo hanno continuato a fare finta di nulla. Per questo – prosegue Bianco – l’Uaar si batte per l'abolizione di questo meccanismo fondato sull'inganno o per il passaggio a una tassa che gravi solo sul contribuente che vuole espressamente finanziare la propria religione, come avviene in Germania, Austria, Svizzera. Ci sarà qualche spazio alle prossime elezioni per questa e altre battaglie di laicità? Chi si candiderà avrà finalmente a cuore gli interessi del nostro Paese o continuerà a fare quelli del Vaticano?».
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