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La religione come arma: l'ultimo scorcio di campagna elettorale in Brasile stigmatizzato dall'episcopato

La religione come arma: l'ultimo scorcio di campagna elettorale in Brasile stigmatizzato dall'episcopato

La contrapposizione ideologica e la strumentalizzazione della fede hanno raggiunto livelli inusitati in Brasile, dove la prossima domenica, 30 ottobre, si svolgerà il secondo turno delle elezioni presidenziali. Il primo turno (2 ottobre) ha visto primeggiare l’ex-sindcalista di sinistra ed ex-presidente Inácio Lula da Silva con un 48,16 di voti contro il 43,43% andato al presidente uscente Jair Bolsonaro, di estrema destra.

Con il motto "Il Brasile sopra tutto e Dio sopra tutti" e con la Bibbia come scudo, il presidente brasiliano ha compiuto un pellegrinaggio attraverso i templi per riaffermare il sostegno che ha dagli evangelici. E Lula, come sintetizza Religión Digital (25/10) «si è circondato di frati francescani, suore, sacerdoti e pastori evangelici; ha baciato santi, cantato canti religiosi, pregato e ricevuto benedizioni per affermarsi credente e sbarazzarsi dell'immagine di "comunista"».

Di fronte alla forte crescita e all'influenza delle Chiese evangeliche, i cui fedeli rappresentano circa il 30% dell'elettorato, e allo strenuo appoggio che esse danno a Bolsonaro, Lula, nel tentativo di strappare la bandiera di "Dio e famiglia" al presidente, ha lanciato, a metà ottobre, una lettera indirizzata agli evangelici in cui si impegnava per la libertà di culto e per la famiglia. «La famiglia è sacra», ha dichiarato davanti a un gruppo di evangelici e ha ribadito il suo personale rifiuto dell'aborto, in contrasto con la sua posizione di sempre che considerava l'interruzione volontaria di gravidanza una «questione di salute pubblica».

La lettera, però – informa il sito spagnolo d’informazione religiosa – è stata nettamente respinta da alcuni dei più influenti leader evangelici del Paese, «come il controverso pastore Silas Malafaia , che ha contribuito a propagare dal pulpito la bufala che Lula chiuderà le chiese se tornerà al potere, un paradosso smentito dall'ex presidente. La lotta per il voto religioso ha favorito la diffusione sui social di notizie false o fuori contesto». Gruppi bolsonaristi hanno perfino «accusato Lula di aver firmato patti con il diavolo», mentre «l'opposizione ha legato Bolsonaro alla Massoneria, un gruppo che evangelici e cattolici associano a Satana e al cannibalismo».

I vescovi stigmatizzano questi modi di procedere. Il card. Odilo Pedro Scherer, arcivescovo di São Paulo, intervistato dal settimanale cattolico Vida Nueva (23/19), ha argomentato: «Quando la legittima competizione elettorale viene imposta come se fosse una lotta del bene contro il male; quando un candidato o un partito viene difeso fanaticamente, o un candidato viene elevato allo status di "salvatore della patria" e l'avversario viene demonizzato; quando gli avversari politici vengono trattati come nemici da eliminare; quando la libertà di espressione e di opinione e la libertà di stampa vengono limitate o minacciate; quando la religione e le manifestazioni religiose vengono strumentalizzate in termini di guadagni elettorali; quando l'opinione pubblica viene manipolata con false narrazioni; quando la religione e le manifestazioni religiose vengono strumentalizzate in termini di guadagni elettorali; quando la libertà di espressione e di opinione e quella di stampa sono limitate o minacciate; quando la religione e le manifestazioni religiose sono strumentalizzate in termini di guadagni elettorali; quando l'opinione pubblica è manipolata con false narrazioni, ci sono segnali di rischio per la democrazia e l'instaurazione di totalitarismo e fascismo».

«Spero che questo passi presto – si è augurato –, ma temo che abbiamo molto lavoro davanti a noi per calmare gli animi e tornare a pensare serenamente e a vivere in modo fraterno. In questa campagna elettorale si stanno perdendo valori fondamentali per tutto il messaggio cristiano, come il rispetto, la fraternità e il senso della verità. Chi la pensa diversamente da noi, gli avversari politici, diventano i nostri nemici! Per questo dobbiamo chiederci, insieme a tutta la società brasiliana: come si è arrivati a questo punto? Dove abbiamo sbagliato? Dove dobbiamo tornare per riprendere il cammino di una convivenza rispettosa, serena e pacifica?».

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