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Respingimenti: mancano regole certe per l’esecuzione dei rimpatri forzati

Respingimenti: mancano regole certe per l’esecuzione dei rimpatri forzati

ROMA-ADISTA. È stato pubblicato il terzo Rapporto del Garante nazionale sulle operazioni di rimpatrio forzato di migranti irregolari relativo a 39 voli charter effettuati da luglio 2021 a settembre 2022 e diretti in Tunisia, Nigeria, Egitto, Albania e Georgia. I due precedenti erano relativi ai monitoraggi effettuati dal 2017 al 2018 e dal 2019 al 2021.

Il Garante nazionale è l’Organismo nazionale di monitoraggio delle operazioni di rimpatrio forzato per l’Italia sia nel contesto della Convenzione contro la tortura delle Nazioni Unite, sia nell’ambito europeo in ottemperanza a quanto previsto dalla Direttiva 115/CE/2008 del Parlamento europeo e del Consiglio dell’Unione europea). È quindi l’unica Autorità nazionale non coinvolta nel rimpatrio stesso che può seguire direttamente tutte le fasi dell’operazione, compresa quella del volo. Con il monitoraggio del volo di rimpatrio verso la Tunisia del 19 maggio 2016 il Garante nazionale ha avviato tale attività in Italia.

La pubblicazione del Rapporto rientra nella politica di trasparenza dell’Autorità di garanzia e vuole rappresentare per tutti gli stakeholder anche uno strumento di conoscenza di una procedura che per sua natura non è sotto lo sguardo della collettività. Oltre ad approfondire le criticità rilevate nell’arco temporale di riferimento, questo Rapporto offre anche un bilancio complessivo dell’attività svolta e delle conseguenti azioni messe in campo all’Amministrazione responsabile.

Sono stati diversi in questi anni, infatti, le raccomandazioni e gli standard richiamati o elaborati dal Garante nazionale che in parte hanno trovato accoglimento. Tuttavia, permangono alcune criticità di fondo. L’aspetto di maggiore criticità è che le regole dell’attività di rimpatrio forzato da parte della Polizia di Stato sono in larga parte definite da semplici circolari e disposizioni interne e non da fonti normative di rango primario. Manca cioè un quadro legislativo che specifichi le regole operative e ciò ha inevitabili ricadute. Per esempio, la disciplina compiuta del possibile ricorso all’impiego della forza, al di là di principi generali, che definisca i possibili strumenti contenitivi, le modalità e la durata del loro impiego. Così come mancano disposizioni operative sui controlli di sicurezza, la cui attuazione talvolta si avvicina a una perquisizione personale, pratica eccezionale anche in contesti ben più problematici.

Una criticità che merita un’attenzione a parte riguarda la tutela della salute delle persone sottoposte a rimpatrio attraverso un’adeguata assistenza sanitaria. Ciò implica l’attenta considerazione delle condizioni di salute della persona da rimpatriare e i tempestivi interventi su più livelli, rispetto sia all’idoneità al volo, sia rispetto al il rischio di gravi effetti nocivi per la discontinuità terapeutica nel Paese di arrivo.

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