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Mediterranea: «proveremo a entrare a Kherson, serve uno sforzo dal basso per la pace»

Mediterranea: «proveremo a entrare a Kherson, serve uno sforzo dal basso per la pace»

ROMA-ADISTA. Mediterranea Saving Humans partecipa alla carovana "Stop the war now" che è partita dall'Italia verso le città ucraine di Odessa e Mykolaiv. Circa 150 attivisti, di decine di associazioni italiane, divisi su 30 mezzi, (van e minibus) che trasportano oltre 20 tonnellate di aiuti umanitari per la popolazione ucraina colpita dalle bombe dell'esercito russo. Tra gli aiuti trasportati anche 30 generatori di corrente, tra cui uno di 200 KW per un ospedale pediatrico.  Mediterranea è presente in Ucraina dall'inizio della guerra e da agosto 2022 con il progetto Med Care for Ukraine, nella regione di Leopoli, garantisce assistenza medica di base, medicine, e aiuti umanitari a un bacino di quasi 2.000 persone, suddivise nei campi profughi e nei centri di accoglienza informale. "La carovana vuole essere un segnale politico importante da parte del tessuto associativo italiano - spiega Denny Castiglione di Mediterranea Saving Humans - andiamo in una zona del paese in cui manca l'acqua potabile, che è un bene primario, ed a pochi chilometri si sentono i colpi di artiglieria". L'associazione italiana ha una presenza costante in Ucraina con volontari, medici e infermieri, grazie anche alla rete di partner costruita sul territorio che spazia dal mondo laico a quello cattolico. "Proveremo ad arrivare anche a Kherson, se ci saranno le condizioni di sicurezza - sottolinea Castiglione - la situazione in città è molto tesa vista anche la vicinanza delle truppe russe. Dopo un anno di guerra in Ucraina purtroppo nulla è cambiato, anzi le condizioni di vita della popolazione sono peggiorare, e soprattutto non si vede all'orizzonte alcuna prospettiva di pace. Nel frattempo l'esercito russo continua ad occupare diverse regioni del Paese e a colpirne costantemente altre che sono ridotte alla fame e prostrate dalla crisi energetica. Noi siamo abituati a stare in mare e soccorrere chi scappa da guerra, fame e cambiamenti climatici, ma dall'inizio dell'invasione dell'Ucraina abbiamo deciso di stare anche qui, perché anche da qui c'è chi scappa dalla distruzione provocata dall'aggressione di Putin. Purtroppo da parte dell'Europa degli Stati, condizionata a sua volta da nazionalismi e sovranismi, non c'è stata nell'ultimo anno alcuna coraggiosa iniziativa diplomatica sulla via della pace. Le istituzioni europee non hanno dimostrato alcuna autonoma capacità politica, mentre qui c'è gente che ha perso tutto". La carovana "Stop the war now" che vede la presenza di diverse realtà del mondo cattolico e di quello laico resterà in Ucraina fino al 4 aprile, facendo tappa in diverse città, come Odessa e Mykolaiv, e provando a entrare anche a Kherson.

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