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Festival Sabir 2023: «Dalla parte delle vittime e contro tutti gli oppressori»

Festival Sabir 2023: «Dalla parte delle vittime e contro tutti gli oppressori»

Torna, tra l'11 e il 13 maggio prossimi, il "Festival Sabir", spazio di riflessione e confronto sulle culture mediterranee promosso da Arci insieme a Caritas Italiana, Acli, Cgil e con la collaborazione di Asgi, Carta di Roma e A Buon Diritto. Questa nona edizione si svolgerà a Trieste, dopo Lampedusa (2014), Pozzallo (2016), Siracusa (2017), Palermo (2018), Lecce (2019), online a causa della pandemia (2020), Lecce (2021) e Matera (2022).

Trieste rappresenta l'altro grande punto d'approdo delle rotte migratorie oltre al Canale di Sicilia, l'altra frontiera violenta d'Europa. Sabir si celebra a Trieste, spiegano gli organizzatori, «per ribadire la nostra contrarietà a politiche che non rispettano i diritti e le libertà fondamentali delle persone. Allo stesso tempo, la situazione nei Paesi dell’area mediterranea e nella regione balcanica continua a evolversi e troppo spesso viene ignorata o piegata agli interessi della nostra politica interna di fronte all’opinione pubblica».

Intenzione del Festival, di fronte a politiche inconsistenti e spesso violente, è quella di «costruire alternative e proposte, dedicando grande spazio al ruolo della società civile europea, dei Balcani e del Mediterraneo, a partire dalla promozione del dialogo interculturale, fino ai processi di sviluppo democratico e rafforzamento dei diritti, attraverso lo scambio di buone pratiche, analisi e confronto. Inoltre, daremo spazio alle iniziative della società civile per incentivare vie d’accesso legali come i corridoi umanitari e altre forme di ingresso per studio o lavoro, e rifletteremo insieme a referenti istituzionali sullo stato delle politiche nazionali e delle misure di inclusione per richiedenti asilo rifugiati».

Sabir non è «equidistante» ma racconta quella società civile sempre schierata «dalla parte delle vittime e contro tutti gli oppressori». Anche nel caso delle guerre, in particolare quella russa in Ucraina, occorre mettere «al centro le persone e i loro diritti, a prescindere dalla nazionalità».

Visita il sito di "Sabir-Festival diffuso delle culture mediterranee" e scorpi il programma

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