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Vescovi degli Stati Uniti: la mancata proibizione della pillola abortiva «è una tremenda delusione»

Vescovi degli Stati Uniti: la mancata proibizione della pillola abortiva «è una tremenda delusione»

«L'ordinanza ad interim della Corte Suprema è una tremenda delusione, sia per la perdita di vite umane innocenti nell'aborto chimico, sia per il pericolo che l'aborto chimico rappresenta per le donne». È quanto scrivono i vescovi degli Stati Uniti dopo la sentenza di venerdì 21 aprile della Corte Suprema del Paese om base alla quale la pillola abortiva dovrà restare accessibile in tutti gli Stati Uniti. L’alto tribunale federale ha così accolto il ricorso, presentato dall’amministrazione del presidente Joe Biden e dalla Danco Laboratories, l’azienda che produce la pillola, contro una sentenza di un tribunale federale del Texas che venerdì 6 aprile aveva ordinato di togliere dal mercato di tutti gli Stati Uniti il mifepristone, uno dei due farmaci usati da anni nel Paese per le interruzioni di gravidanza, considerato pericoloso dagli oppositori al diritto di aborto anche per la vita della madre.

«È sbagliato permettere che rimangano in vigore le norme sanitarie e di sicurezza della FDA (Food and Drug Administration, Agenzia per gli alimenti e i medicinali, ndr) per il mifepristone, che sono state notevolmente abbassate», indica il comunicato dell'episcopato, che porta la firma del vescovo di Arlington e responsabile del Comitato per le attività pro- vita, mons. Michael F. Burbidge.

«La FDA ha agito illegalmente quando l'ha approvata per la prima volta e successivamente ha allentato i requisiti di sicurezza per la prescrizione e la distribuzione del farmaco. Speriamo e preghiamo che la Corte possa finalmente ribaltare l'illecito della FDA», prosegue la dichiarazione. Che ribadisce: «L'aborto non è mai la risposta a una gravidanza complicata o indesiderata, poiché pone sempre fine a una vita e ne mette a rischio un'altra».

*Struttura chimica del Mifepristone. Foto di SamChem7 tratta da Commons Wikomedia, immagine originale e licenza

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