
Il Centro Astalli: Il decreto Cutro non diventi legge.
Il Centro Astalli, struttura per i rifugiati gestita a Roma (in via degli Astalli) dai gesuiti e dal 1981 impegnata in attività e servizi che hanno l’obiettivo di accompagnare, servire e difendere i diritti di chi arriva in Italia in fuga da guerre e violenze, boccia senza appello il "decreto Cutro", approvato al Senato e in procinto di arrivare alla Camera dei Deputati per la discussione e il voto. Pur mantenendo i permessi di soggiorno per protezione speciale, il decreto li limita a poche fattispecie, eliminando inoltre la possibilità di convertirli in permessi di soggiorno per ragioni lavorative (finora concessa nei casi in cui il beneficiario straniero fosse riuscito a trovare un impiego).
«L’approvazione al Senato del cosiddetto decreto “Cutro” rappresenta per il Centro Astalli un arretramento importante in termini di garanzie democratiche, rispetto dei diritti umani, tutela e salvaguardia della dignità e dell’incolumità, sia per i migranti forzati che arrivano in cerca di protezione, sia per le persone titolari di protezione speciale che vivono stabilmente in Italia e che perderanno un permesso di soggiorno regolare».
P. Camillo Ripamonti, presidente Centro Astalli, sottolinea come «la riduzione dei casi per l’ottenimento della protezione speciale, la cancellazione della possibilità di convertire il permesso di soggiorno per protezione speciale in un permesso per motivi di lavoro, sono misure che infliggono un durissimo colpo a percorsi di integrazione e inclusione lavorativa, aumentando irregolarità e sfruttamento. In che modo questa sarebbe una risposta umanitaria alla tragedia di Cutro, di cui il provvedimento drammaticamente porta il nome per volontà del Governo?».
Per queste ragioni, il Centro Astalli chiede che la Camera dei Deputati non approvi «che rappresenta un affronto alle vittime di Cutro e a tutte le altre che giacciono senza vita nel Mediterraneo».
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