Mons. Bello a trent’anni dalla morte: un maestro di vita da riabilitare
Tratto da: Adista Documenti n° 18 del 20/05/2023
DOC-3248. BRINDISI-ADISTA. «A coloro che nella Chiesa (vescovi, preti e laici) ora plaudono alla santità di don Tonino, l’invito a considerare che l’autenticità dell’adesione alla profezia di don Tonino ha una cartina di tornasole: riconoscere, riabilitare e riconoscere come maestri di vita e di fede altre due figure con dignità episcopale, Giovanni Franzoni e Jacques Gaillot (Saint-Dizier, 1935-12 aprile 2023, vescovo cattolico e attivista francese, rimosso d'ufficio dal Vaticano da vescovo di Évreux e nominato “vescovo virtuale” di Partenia, sede inesistente nel deserto dell’Algeria), e anche riabilitare realtà importanti della Chiesa, a lungo disconosciute perché sono andate aldilà dei recinti segnati dalla appartenenza formale e continuativa alla Chiesa, come Ernesto Buonaiuti e tanti altri». Questo il fulcro dell’invito di Antonio Greco del gruppo Manifesto4ottobre (manifesto4ottobre.blog) nel ricordare la figura di don Tonino Bello, vescovo di Molfetta, presidente di Pax Christi e fondatore della rivista Mosaico di Pace, a 30 anni dalla morte, avvenuta il 20 aprile 1993.
La “storia unica” del vescovo don Tonino, « il suo pensiero unico sempre attento agli espulsi, ai marginali, la sua teologia della giustizia, della pace e della convivialità delle differenze», scrive Antonio Greco, «è quanto di più lontano ci possa essere dalla teologia ideologica dell’ordine e del dominio». D’altronde, agli antipodi rispetto a un’ideologia del potere sacralizzato, don Tonino affermava in Scritti di pace: «Il Vangelo, ne sono convinto, sarebbe capace di fare esplodere l’animo dei giovani. Invece oggi non dice niente, perché siamo degli adattati, proprio noi, che dovremmo essere dei disadattati continui». Di seguito il contributo per Adista di Antonio Greco.
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