La Procura del Salvador: fu l'ex presidente Alfredo Cristiani a ordinare il massacro dei 6 gesuiti
Il 5 luglio la Procura Generale di El Salvador ha infine formalmente accusato l'ex presidente Alfredo Cristiani per il massacro di sei sacerdoti gesuiti e delle loro due collaboratrici domestiche perché presente alla riunione durante la quale è stata organizzata e ordinata l’operazione militare stragista.
Insieme a Cristiani sono imputati altri militari, ora in pensione, che all'epoca del massacro erano al comando delle Forze armate: il generale Juan Rafael Bustillo, il generale Juan Orlando Zepeda, il generale Rafael Humberto Larios, il generale Inocente Orlando Montano, il maggiore Carlos Camilo Hernández Barahona, il colonnello Nelson Iván López e il colonnello Oscar Alberto León Linares.
A tutti sono ascritti reati di omicidio, atti di terrorismo e cospirazione per commettere atti di terrorismo. Era il 16 novembre 1989 quando nella sede della Università Centroamericana (UCA) vennero massacrati sei gesuiti - Ignacio Martín Baró, Ignacio Ellacuría, Juan Ramón Moreno, Amando López, Segundo Montes e Joaquín López - insieme a Elba Julia Ramos e alla figlia di questa, Celina Ramos.
Secondo la Procura, dunque, Cristiani - alla guida del Paese centroamericano dal 1989 al 1994 - avrebbe partecipato alla riunione in cui è stata coordinata e ordinata l'operazione militare contro i gesuiti e docenti teologi dell’Università Centroamericana. Il Procuratore ha detto che tutta la verità è ora chiarita, grazie alla «testimonianza di Emilio Ponce, ormai deceduto, che raccontò diverse volte questi particolari», ma grazie anche ad «altri testimoni che confermano la presenza di Cristiani» alla riunione. Secondo lui, «è stato l'ex governante ad autorizzare l'operazione» omicida.
A quasi 34 anni dall’eccidio, l’incriminazione formale giunge dopo che Il 5 gennaio del 2022 la Camera costituzionale della Corte suprema del Salvador ha disposto la riapertura del processo per il massacro di sei sacerdoti gesuiti, e il successivo 11 marzo il tribunale ha ordinato l’arresto di Alfredo Cristiani e di altre 12 persone (v. Adista online del 14/11/22).
Ma non è in carcere Alfredo Cristiani, che ha governato El Salvador sotto la bandiera dell’Alleanza Repubblicana Nazionalista di destra (Arena) nell’ultima fase della guerra civile (1980-1992): si è dato alla macchia nel giugno 2021 dopo essere comparso davanti a una commissione speciale del Congresso che indaga sulle tangenti a ex funzionari governativi. Quando la sentenza del giudice è stata resa nota, la figlia Claudia ha pubblicato alcune fotografie che ritraevano il padre e ha detto che si trovava nella «culla del nonno», riferendosi all'Italia, anche se non era chiaro se fosse lì.
Legata alle indagini sulle tangenti c’è un’altra pessima notizia per l’ex presidente salvadoregno: l’attuale presidente Nayib Bukele ha annunciato il 2 giugno, in occasione della ricorrenza del suo quarto anno di governo, che l’ufficio del Procuratore generale ha iniziato a metter mano al sequestro delle proprietà di Cristiani per assegnarle allo Stato. Bukele ha accusato Cristiani di essere corrotto e di essere «uno dei politici che ha fatto più danni al nostro Paese». Ora bisogna fare in modo che restituisca «ciò che ha rubato».
*"Ricordando Ignacio Ellacuria", 2015. Foto di Mikel Agirregabiria tratta da Flickr
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