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Patto Ue sui migranti: mons. Perego denuncia il naufragio della solidarietà europea

Patto Ue sui migranti: mons. Perego denuncia il naufragio della solidarietà europea

Sul n. 25 del 18 giugno, il settimanale dei paolini Famiglia Cristiana pubblica un editoriale di mons. Gian Carlo Perego (arcivescovo di Ferrara-Comacchio, presidente della Fondazione Migrantes e presidente della Commissione episcopale italiana per le migrazioni) molto critico sul nuovo Patto dell'Ue su migrazione e asilo, che ora dovrà passare il vaglio del Parlamento di Strasburgo: «Poiché si è stati incapaci di modificare il Trattato di Dublino, che prevede la gestione dei rifugiati da parte del solo Paese in cui sono approdati, gli Stati membri vanno a rafforzare l’agenda europea su questi argomenti, peggiorando la situazione».

L'accordo è stato raggiunto in un clima entusiastico nei palazzi ma, per chi fugge da violenza, guerra e persecuzione, «il Patto è un grave passo indietro». Spiega infatti Perego che, «in base all’accordo, si dà infatti agli Stati membri la possibilità di dirottare chi sbarca sulle loro coste verso un Paese terzo in cui hanno soggiornato da più di un anno o dove hanno i propri familiari. Ciò significa che i migranti che grazie agli accordi europei con Libia e Turchia vivono da anni nei centri profughi non potranno più partire verso l’Europa. Se ci provano, saranno respinti». In definitiva, accusa l'arcivescovo, «il Patto toglie ogni speranza a milioni di persone, rendendo evidente che l’Europa ha finanziato questi campi profughi, spesso simili a campi di concentramento, soprattutto in Libia, perché essi rimanessero lì per sempre, incuranti della loro sorte». Salvo i pochissimi casi fortunati di chi è riuscito a beneficiare dei corridoi umanitari (meno di 6 mila dal 2017), «non sarà possibile per milioni di profughi poter raggiungere l’Europa in cerca di una nuova vita. Non solo, ma coloro che ce l’hanno fatta ad approdare, ma hanno la famiglia altrove, potranno essere rispediti nei Paesi dove vivono i propri cari».

Perego ripensa al comportamento virtuoso messo in campo dall'Europa dopo lo scoppio della crisi ucraina, con l'accoglienza e la protezione di 2 milioni e 400 mila richiedenti asilo. Purtroppo però, è l'amaro commento, «ci sono profughi e profughi, evidentemente. Per quelli che vivono nei campi turchi o libici è diverso».

Il presidente della Migrantes è molto critico anche sugli accordi con la Tunisia, «dopo la visita-lampo di Giorgia Meloni e Ursula von der Leyen a Cartagine», i quali, dice, «si basano su aiuti economici in cambio di rimpatri o gestione dei flussi migratori».

Che dire poi del nodo dei salvataggi in mare? «Non si è fatto nulla. Non c’è traccia e nemmeno di un progetto come l’operazione Mare Nostrum, che vedeva anche le forze militari europee a presidiare il Mediterraneo e soccorrere i naufraghi. Ancora una volta lo spirito di solidarietà che dovrebbe incarnare l’Unione europea naufraga vergognosamente».

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