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Ambiente, partecipazione e beni comuni: 2 firme per

Ambiente, partecipazione e beni comuni: 2 firme per "Riprendiamoci il Comune"

Fino al 15 luglio è possibile firmare – grazie ai comitati territoriali ma anche online sul portale raccoltafirme.cloud/app – per presentare al Parlamento due proposte di legge di iniziativa popolare che intendono modificare in profondità la finanza locale.

L’iniziativa è stata lanciata dalla campagna “Riprendiamoci il Comune”, fitta rete di organizzazioni laiche e cattoliche – tra le quali Acli, Altreconomia, Arci, Ass. Laudato Sì, Ass. Medici per l’Ambiente, Attac Italia, Cittadinanzattiva, Comune-info, Forum italiano dei Movimenti per l’Acqua, Forum Nazionale Salviamo il Paesaggio, Fridays For Future, Medicina Democratica,

Servizio per la Pastorale Sociale e del Lavoro della diocesi di Roma, Valori.it (testata promossa dalla fondazione Finanza Etica) – nata «con l’obiettivo di invertire la rotta rispetto alle politiche liberiste che in questi ultimi decenni hanno costretto i Comuni a mercificare i beni comuni, privatizzare i servizi pubblici locali, alienare il patrimonio pubblico e cementificare il territorio, privando le comunità locali di diritti e servizi».

La prima proposta di legge di iniziativa popolare «si prefigge una profonda riforma della finanza locale, sostituendo al pareggio di bilancio finanziario il pareggio di bilancio sociale, ecologico e di genere, eliminando tutte le norme che oggi impediscono l’assunzione del personale, reinternalizzando i servizi pubblici a partire dall’acqua, difendendo suolo, territorio, beni comuni e patrimonio pubblico e dando alle comunita? territoriali strumenti di autogoverno partecipativo».

La seconda proposta di legge «si prefigge la socializzazione di Cassa Depositi e Prestiti, trasformandola in ente di diritto pubblico decentrato territorialmente e mettendo a disposizione dei Comuni e delle comunità territoriali le ingentissime risorse del risparmio postale (280mld) come forma di finanziamento a tasso agevolato per gli investimenti dei Comuni decisi attraverso percorsi di partecipazione della comunita? territoriale».

Le due proposte sono concepite dai promotori come complementari, in grado cioè «di intervenire in maniera sistemica su tutti i nodi che oggi svuotano i Comuni di ogni significato e costringono la vita delle persone dentro la dimensione della solitudine competitiva. Due proposte capaci di parlare ai diritti sociali, ecologici e relazionali delle comunità territoriali, ai diritti e ai saperi del lavoro pubblico, alla capacita? di ascolto e permeabilità di quella parte di amministratori e amministratrici locali che ancora collocano la propria funzione dentro la dimensione del prendersi cura. Due proposte in grado di far convergere tutte le vertenze territoriali nel comune obiettivo di trasformare alla radice il ruolo della partecipazione, dell’autogoverno e della democrazia di prossimità. Perché non è la resilienza a cambiare il mondo, ma comunità di cura capaci di lotta e trasformazione».

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