WWF: sul "ripristino della natura" incomprensibile e irresponsabile posizione del governo
«Chi si assume la responsabilità delle morti legate al cambiamento climatico, alla perdita di natura e all’inquinamento?»: è la domanda che pone il WWF in un comunicato di oggi in cui contesta affermazioni del governo sulla Nature Restoration Law, la proposta di regolamento Ue, vincolante per gli Stati, per il ripristino del 20% degli ecosistemi marini e terrestri entro il 2030 e del 100% entro il 2050, approvata dal Parlamento europeo con una risicata maggioranza – 336 sì, 300 no, 13 astenuti – il 12 luglio.
«Le dichiarazioni di diversi ministri del governo italiano sulla legge per il ripristino della natura, approvata mercoledì scorso dal Parlamento UE, sono incomprensibili e a tratti sconvolgenti», denuncia il WWF. «Definire il provvedimento europeo, che ha l’obiettivo di ricostruire la natura per il futuro, la sicurezza e il benessere dei cittadini, “follia ideologica” (Matteo Salvini) oppure “farneticazioni della sinistra” (Francesco Lollobrigida) o una legge che rischia di “fare danni enormi” (Antonio Tajani), rischia di far scivolare il nostro Paese fuori dai processi tutela del territorio e di sviluppo economico, ostacolando di fatto con fake news e disinformazione la transizione ecologica che la società civile, la scienza e l’umanità ci chiedono per dare un futuro alle nostre società«.
Quello che viene definito «ideologismo ecologista», «non è nulla di diverso – osserva ancora l’associazione ambientalista – da ciò che milioni di cittadini europei, gli scienziati, le Nazioni Unite e persino il World Economic Forum ci stanno chiedendo di fare da tempo per affrontare il cambiamento climatico e la perdita di biodiversità che stanno mettendo a rischio il nostro futuro e che già oggi comportano decine e decine di migliaia di morti ogni anno, solo in Europa, e ingenti danni economici in primis all’agricoltura. Non a caso secondo il Global Risk Report 2023 del World Economic Forum (redatto da 1200 esperti di economia nel mondo), i primi 4 fattori di rischio per le nostre società ed economie, in una proiezione a 10 anni, sono direttamente collegati alla crisi climatica e alla perdita di biodiversità».
Il WWF Italia invita prciò «chi ricopre incarichi di governo a riconsiderare gli impatti di quella che comincia in modo preoccupante a suonare come una rinuncia a importanti prospettive di sviluppo del Paese: in gioco c’è molto di più di qualche decimale nei sondaggi. Come dimostrano le ondate di calore estremo, i periodi di siccità e le alluvioni che tengono in scacco il nostro Paese, ultima la tragedia in Romagna, la crisi del clima e quella della natura sono ormai nella nostra quotidianità e mettono in pericolo sicurezza, economia e il nostro stile di vita».
«Il tempo è scaduto», è l’allarme del WWF, «non c’è più spazio per le discussioni e le schermaglie partitiche: servono azioni concrete come l’approvazione della Nature Restoration Law».
*Fotodi publbico dominio
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