
Tra caldo e siccità, le proposte del WWF per contenere gli incendi
C’è una notizia brutta e una notizia bruttissima: il mondo è più caldo (+1,15°C) e, come se non bastasse, il Vecchio Continente si è scaldato il doppio (+2,3°C). Ma le “belle” notizie non finiscono qui: avverte infatti il WWF, sottolineando i numerosi e anomali picchi di calore sopra i 40°C raggiunti in diverse città, che «proprio il nostro Paese è stato quello con il maggior numero di decessi dovuti al caldo eccezionale nel 2022 (oltre 18.000 delle 61.000 vittime totali in Europa)».
Siccità e alte temperature, unite a forti raffiche di vento, hanno provocato in questi giorni anche la propagazione in Europa degli incendi boschivi, con le situazioni allarmanti che tutti abbiamo visto sull’isola di Rodi in Grecia. «In Italia migliaia di ettari sono bruciati in Calabria, colpita da oltre cento roghi. Purtroppo, almeno una parte di questi sono di origine dolosa: un uomo è stato scoperto grazie a un drone mentre appiccava il fuoco in provincia di Catanzaro».
L’organizzazione ambientalista sottolinea che il fuoco non ha risparmiato in Italia nemmeno le aree protette e le stesse oasi del WWF, presidi di salvaguardia della biodiversità. In numerose di queste, le nuove tecnologie (come fotocamere, videocamere e droni) vengono in soccorso, a servizio della natura, e aiutano a limitare i danni degli incendi. Altro formidabile alleato della natura, in questi periodi “roventi”, è la formazione e la sensibilizzazione delle comunità locali e degli agricoltori. «Oltre il 97% dei roghi in Europa – spiega infatti il WWF – è causato infatti da imprudenza o inesperienza nella gestione del fuoco» e occorre «ottenere comunità capaci di agire per rendere il territorio meno vulnerabile al rischio incendio, per ridurre gli inneschi colposi e quindi per conservare il patrimonio naturale del territorio in cui vivono».
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