
Eventi estremi, "negazionismi" e scelte politiche: un'indagine chiarisce il ruolo del cambiamento climatico
Con l’arrivo del caldo estremo ha ripreso vigore, sulla scena mediatica, anche il variegato mondo dei cosiddetti negazionisti climatici, alimentato dalle lobby industriali e dalle destre politiche, che hanno alimentato un «triste e inutile dibattito (non scientifico)» che intende mettere in dubbio la gravità degli eventi di cui tutti oggi siamo testimoni. Il mondo scientifico, da anni, è invece convinto che un’azione di contrasto al cambiamento climatico, insieme a politiche di adattamento e resilienza, sia quantomai urgente. «È infatti noto da anni che il Mediterraneo costituisce un hot spot climatico, esposto a eventi climatici sempre più estremi e ripetuti in presenza di un aumento globale delle temperature medie: gli scienziati prevedono che in futuro ondate di calore come quelle di quest’anno diventeranno ancora più frequenti e potrebbero verificarsi ogni 2-5 anni».
In una nota odierna il WWF recupera i risultati di un’indagine condotta dal World Weather Attribution, progetto internazionale nato nel 2014 dalla collaborazione di climatologi e istituti accademici, per la valutazione dell’impatto del cambiamento climatico.
Secondo l’indagine, «le ondate di calore di luglio in Europa e Nord America sarebbero state pressoché impossibili senza il cambiamento climatico» e saranno sempre più frequenti e sempre più violente a causa dall’uso di combustibili fossili, dalla deforestazione e di altre attività umane.
Il WWF imputa ai negazionisti climatici una imperdonabile perdita di tempo sull’agenda della transizione: le classi politiche di tutto il mondo «devono assumere la crisi climatica come una priorità e dedicarsi ad accelerare l’abbattimento delle emissioni climalteranti e a perseguire il contenimento del riscaldamento globale entro 1,5°C».
E anche l’Italia, data la sua peculiare vulnerabilità al cambiamento climatico, deve fare la sua parte: «I prossimi banchi di prova saranno il PNIEC (Piano Nazionale Integrato Energia Clima) e il varo del Piano di Adattamento», ha sottolineato Mariagrazia Midulla (responsabile Clima ed Energia del WWF Italia). Occorre più coraggio per passare rapidamente al 100% di energia rinnovabile, una strada percorribile entro dieci anni, secondo numerose organizzazioni. In merito al Piano di Adattamento, prosegue Midulla, «servono scelte precise e risorse: dobbiamo preparare il sistema a gestire le conseguenze su persone ed ecosistemi in ogni ambito. Le città devono avere una pianificazione volta a prevenire il caldo e le isole di calore, per esempio: è proprio un cambiamento di mentalità e di approccio».
WWF, Greenpeace, Legambiente, Kyoto Club e Transport&Environment chiedono per l’ennesima volta a governo e Parlamento «l’approvazione di una Legge sul Clima che renda strutturale e sistemica la lotta alla crisi climatica, ne assicuri la governance, fissi l’obiettivo della neutralità climatica prima della metà del secolo e gli obiettivi intermedi, stabilisca un budget di carbonio anche per i singoli settori produttivi e istituisca un Consiglio Scientifico per il Clima».
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