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Un’ordinaria straordinarietà… crisi climatica e cecità politica

Un’ordinaria straordinarietà… crisi climatica e cecità politica

La crisi climatica e la sua negazione: dopo un’estate particolarmente infuocata, coronata da eventi estremi, incendi, bombe d’acqua e ondate di calore a Nord e a Sud, arrivata nel pieno di un dibattito politico e mediatico sul cambiamento climatico e la transizione ecologica, la questione climatica dovrebbe rappresentare la prima preoccupazione di una classe politica che intende guardare al futuro e non solo alle prossime elezioni. Eppure, afferma il WWF in una nota del 28 agosto dal titolo “Clima: emergenza ordinaria”, i mutamenti in atto continuano ad essere ignorati dall’agenda politica del Paese.

Piogge torrenziali, incedi, frane, smottamenti, alluvioni: sono i tratti distintivi di una situazione che, avverte il WWF, da straordinaria sta rapidamente diventando «ordinaria». «Gli eventi atmosferici estremi – si legge nella nota – non sono più un’eccezione, ma quasi la normalità: si susseguono con una frequenza tale che non si fa in tempo a dichiarare uno stato di emergenza che subito arriva la richiesta per dichiararne uno nuovo. Un trend pericoloso e drammatico a cui dovremmo abituarci, trovandosi l’Italia proprio al centro del Mediterraneo, una delle regioni del Pianeta più minacciate dalla crisi climatica».

Ma lotta alla crisi e adattamento climatico restano fuori dall’agenda politica, denuncia il WWF: sembra quasi che la nostra classe dirigente «voglia mettere da parte, ignorare e persino negare la necessità di azioni non più rimandabili, facendo finta di non vedere le pesanti conseguenze sulle vite umane e sull’economia dovute alla inazione politica».

Per esempio, nonostante la difficoltà a reperire risorse in Legge di Bilancio, il governo non vuole nemmeno lontanamente affrontare il tema dei sussidi ambientalmente dannosi (22,4 miliardi di euro annui). «Sussidi che continuano a ritardare la necessaria transizione ecologica, rafforzando attività economiche (tra cui la produzione e il consumo di combustibili fossili) che amplificano la crisi climatica a suon di miliardi e di vittime». Inoltre, spiega ancora l’organizzazione, «nei circa 16 miliardi di definanziamenti al PNRR decisi a luglio dal Governo ci sono, guarda caso, molti degli interventi che erano previsti per la prevenzione e l’adattamento al cambiamento climatico (soprattutto nel contrasto al dissesto idrogeologico), l’efficienza energetica dei Comuni, la rigenerazione urbana, la promozione di impianti rinnovabili innovativi, fino alla tutela e al miglioramento del verde urbano ed extraurbano. Scelte incomprensibili se si osserva la situazione del nostro Paese che su questi settori registra fortissimi ritardi».

Infine, il WWF ricorda che l’Italia non si è ancora data una Legge sul Clima, e nemmeno una Legge sul consumo del Suolo, «nonostante la cementificazione del territorio proceda a ritmi impressionanti (due metri quadrati al secondo, 19 ettari al giorno, secondo l’ultimo Report ISPRA) e nonostante l’impermeabilizzazione del suolo aumenti notevolmente gli effetti negativi delle precipitazioni straordinarie sempre più frequenti».

Evidentemente a questo governo riesce più semplice fare la conta dei danni che progettare misure di contrasto alle cause di questi stessi danni, accusa in chiusura il WWF.

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