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Cristiani per il socialismo: la storia in un libro, a 50 anni dalla nascita in Italia

Cristiani per il socialismo: la storia in un libro, a 50 anni dalla nascita in Italia

Tratto da: Adista Documenti n° 31 del 23/09/2023

DOC-3267. ROMA-ADISTA. Cinquant’anni fa, dal 21 al 23 settembre 1973, circa duemila persone si ritrovano a Bologna dove, per iniziativa di un piccolo gruppo di cristiani provenienti prevalentemente dalla sinistra delle Acli e della Cisl, dalle riviste e dalle comunità di base, dalla gioventù evangelica, viene convocato un convegno nazionale dal titolo “Cristiani per il socialismo”. Al termine di tre giorni di dibattito, i partecipanti decidono di dare un seguito all’iniziativa: il titolo dell’assemblea diventa il nome di un movimento, appunto Cristiani per il socialismo (Cps), che si muove sulle orme di analoghe e omonime esperienze che già da un paio di anni si erano sviluppate inizialmente in Cile, poi nel resto dell’America Latina, infine in clandestinità nella Spagna franchista, e che poi si diffonderanno in Europa e in America settentrionale, con l’intento di coniugare fede cristiana e scelta socialista.

Il convegno bolognese e il movimento che da lì si sviluppa intercettano una “domanda” che emergeva ormai da qualche anno – soprattutto dopo il Concilio Vaticano II – da parte di molti cristiani di sinistra: riuscire a vivere la militanza politica in stretto rapporto con una fede liberata da ideologie religiose e da incrostazioni borghesi, senza dualismi (la fede separata dalla politica, e viceversa), senza intimismi (la fede ridotta a fatto privato) e senza integrismi (le scelte politiche derivate dalla fede), riscoprendo la politicità del messaggio evangelico. La vicenda dei Cps in Italia è raccontata ora per la prima volta in un libro appena pubblicato nella collana di studi sul cristianesimo nella storia dell’editore Il pozzo di Giacobbe, con una prefazione di mons. Luigi Bettazzi, scritta pochi mesi prima della sua morte alla soglia del centesimo compleanno (v. Adista Notizie n. 27/23 e Adista Segni Nuovi n. 28/23): Luca Kocci, Cristiani per il socialismo 1973-1984. Un movimento fra fede e politica, Il pozzo di Giacobbe, Trapani 2023, pp. 250 (il volume può essere richiesto anche ad Adista: tel. 066868692, e-mail: abbonamenti@adista.it, oppure acquistato online sul sito www.adista.it).

Il libro ricostruisce l’intero percorso dei Cps in Italia, che può essere diviso schematicamente in tre tappe e che cammina in parallelo alla storia degli anni Settanta-Ottanta: una prima fase di espansione e di grande attivismo, dalla fondazione alle elezioni politiche del 1976; una seconda fase di rallentamento, ristagno e crisi (1976-1979); una terza fase di progressivo esaurimento, fino alla conclusione dell’esperienza nel 1984, a causa sia di contraddizioni interne e in un certo senso identitarie, sia di dinamiche che attraversano la società e la politica del tempo.

Si tratta di un movimento che, sebbene si possa definire “minore” rispetto ad altri più consistenti e longevi, ha coinvolto decine di migliaia di persone, complessivamente e genericamente definibili come cristiani di sinistra. Ha avuto un ruolo significativo in alcune importanti vicende degli anni Settanta, come il referendum sul divorzio del 1974, la campagna anticoncordataria e, in misura minore, la legge (1978) e poi il referendum sull’aborto (1981). Ha partecipato attivamente alle campagne elettorali per le regionali e le amministrative del 1975 e le politiche del 1976. Ha intrecciato stretti rapporti con i partiti della sinistra storica, in particolare il Pci, e della nuova sinistra, soprattutto Democrazia proletaria, ricevendo da essi un’attenzione a “corrente alternata” e talvolta opportunistica, in ogni caso significativa e utile a comprendere meglio le reciproche connessioni fra sinistra e mondo cattolico. Ha vissuto relazioni decisamente conflittuali con le istituzioni ecclesiastiche e i vescovi e, al contrario, di grande vicinanza con diversi soggetti dell’associazionismo e del cattolicesimo di base e del mondo protestante. Ha elaborato una densa riflessione culturale su alcune tematiche, come il rapporto fra fede e politica – in maniera specifica fra marxismo e cristianesimo –, l’alienazione e l’ideologia religiosa, la lettura materialistica della Bibbia, la laicità. In generale ha posto ai cristiani il problema di come poter essere insieme credenti nella sinistra e socialisti nella Chiesa, senza logiche correntizie e senza dover abiurare la fede o rinunciare alle convinzioni politiche.

La proposta dei Cps è stata quella di camminare lungo il filo sottile della doppia appartenenza e della doppia fedeltà sia alla comunità ecclesiale dei credenti sia al movimento operaio e alle sue organizzazioni politiche e sociali, senza però voler costituire né la componente marxista del mondo cattolico, né la componente cristiana del movimento operaio, ritrovandosi in un certo senso costantemente in partibus infidelium: cristiani nella sinistra di classe e socialisti nella Chiesa.

Pubblichiamo di seguito alcune pagine tratte dal terzo capitolo del libro, dedicato al convegno di Bologna, che si è svolto esattamente cinquant’anni fa e che è stato decisivo per la “fondazione” del movimento in Italia.

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