Nessun articolo nel carrello

Bologna 1973: “cristiani per il socialismo”

Bologna 1973: “cristiani per il socialismo”

Tratto da: Adista Documenti n° 31 del 23/09/2023

Qui l'introduzione a questo testo. 

Nel 1973 i Cps fanno la loro comparsa anche in Italia. Il battesimo avviene nel convegno nazionale che si svolge a Bologna dal 21 al 23 settembre, la prima convocazione pubblica e contemporaneamente il momento fondativo di un movimento ampio ed eterogeneo di cattolici e protestanti (per lo più valdesi) di sinistra, con l’obiettivo «di trasformare la società in senso socialista e di rinnovare la Chiesa in senso evangelico».

Il convegno bolognese non è un evento improvviso ed estemporaneo, ma matura all’interno di un preciso contesto ecclesiale (Concilio Vaticano II e post Concilio) e politico italiano (movimenti del 1968-69, dissenso cattolico, «ipotesi socialista» delle Acli, radicalizzazione della Fim-Cisl) e internazionale (guerra del Vietnam e lotte antimperialiste, nascita dei Cps in Cile e Spagna). Alla fine del 1972, soprattutto per iniziativa del fiorentino Roberto De Vita, docente di sociologia all’università di Siena e già segretario regionale toscano del Mpl, inizia a maturare l’idea di un incontro fra cristiani non democristiani che hanno compiuto la «scelta di classe» per confrontarsi sulla «questione cattolica» e sui rapporti fra fede e politica e fra cristianesimo e marxismo. In seguito a una serie di contatti fra esponenti della sinistra delle Acli e della Cisl (soprattutto i metalmeccanici della Fim), dell’ex Mpl, delle Cdb, del movimento 7 novembre, delle riviste della galassia del dissenso cattolico e della Federazione giovanile evangelica italiana – le componenti socio-politiche e le aree culturali-ecclesiali che saranno l’ossatura dei Cps – nella primavera del 1973 si costituisce una segreteria organizzativa che elabora e firma il documento di convocazione per il convegno di Bologna, in aperta «continuità» con le iniziative di Santiago del Cile dell’aprile 1972 […] e di Avila del gennaio 1973. Della segreteria organizzativa fanno parte: Arrigo Colombo, (docente di filosofia all’università di Lecce, movimento 7 novembre), Roberto De Vita, Angelo Gennari (sinistra Acli), Marco Ingrosso (docente di sociologia all’università di Parma), Domenico Jervolino (docente di filosofia all’università di Napoli, rivista il tetto), Raffaele Morese (FimCisl), Romano Paci (sinistra Acli), Franco Passuello (sinistra Acli, direttore di com) e Paolo Pioppi (Fgei).

Il titolo del convegno “Cristiani per il socialismo”, che quindi associa il dato di fede alla prospettiva politica, presenta delle evidenti ambiguità, come ammettono gli stessi promotori, soprattutto per chi dichiara di rifiutare un «integrismo» che faccia derivare dalla fede cristiana la scelta socialista, come una sorta di «imperativo evangelico». Tuttavia viene confermato, sia per «l’immediatezza del “messaggio” e il suo contenuto di provocazione», sia per il «diretto riferimento» ai precedenti incontri cileno e spagnolo. Gli scopi del convegno, così come indicati dal documento di convocazione, sono due: «1) realizzare uno scambio di esperienze tra quanti, individui, gruppi, movimenti di matrice cristiana, hanno fatto la scelta di classe degli oppressi e sono impegnati nella lotta per la costruzione di una società socialista in Italia; approfondire i motivi di tale scelta e la sua corrispondenza con l’esperienza di fede […] e il contributo che, all’interno dell’esperienza e del processo rivoluzionario verso il socialismo, i cristiani portano […] ai metodi, ai contenuti, alle prospettive del movimento operaio. 2) verificare […] la possibilità di stabilire un rapporto tra i vari gruppi, movimenti, individui interessati a questa problematica che, nella libertà individuale di militare nei vari partiti della sinistra e nei vari gruppi di appartenenza, contribuisca alla maturazione di classe del mondo cristiano».

È chiaro quindi l’intento da parte dei promotori: non fondare né un nuovo partito cristiano di sinistra (o confluire in un partito già esistente come “corrente”), né un’“altra chiesa” progressista, contrapposta a quella istituzionale; ma costruire uno spazio di confronto e di approfondimento, soprattutto in relazione al tema fede e politica. […]

La questione della sovrapposizione fra fede cristiana e scelta socialista, che sarà al centro delle relazioni e di molti degli interventi nei tre giorni del convegno, emerge in tutta la sua evidenza e problematicità già nel documento di convocazione, in cui si afferma che «la scelta di classe» non è compiuta «in nome di Cristo», dal momento che non esiste un «socialismo cristiano» e che «il socialismo è solo socialista, cioè si fonda su un’analisi storica». Anche se, per molti, «la fede cristiana e il messaggio evangelico si vivono concretamente in un impegno collettivo per la costruzione di una società nuova, per la liberazione di tutti gli uomini dallo sfruttamento», che è «connaturato […] al sistema capitalistico » e «alla violenza istituzionalizzata di tale sistema». Quindi c’è contemporaneamente il rifiuto sia dell’integrismo sia della separazione tra fede e politica, perché la fede, secondo i Cps, non è una questione privata, né da confinare nella dimensione spirituale, ma va vissuta nella storia.

Si tratta di un equilibrio precario: la fede cristiana non indica necessariamente la scelta socialista; tuttavia la stessa fede, in base a questa lettura, escluderebbe aprioristicamente il consenso al sistema capitalistico e postulerebbe il superamento dell’interclassismo, principio cardine della dottrina sociale della Chiesa, che risulta «funzionale» ai valori e agli interessi della borghesia ed è in contraddizione «con i principi fondamentali del messaggio evangelico». È per questo che l’azione dei Cps deve procedere lungo due binari paralleli, uno politico e l’altro ecclesiale: costruzione del socialismo e liberazione della fede cristiana dall’ideologia borghese di cui è intrisa, a causa delle responsabilità storiche dell’istituzione ecclesiastica, alleata della borghesia e colpevole di aver anestetizzato «la forza liberatrice del messaggio di Cristo».

Nella situazione italiana, argomenta il documento, «la lotta per una Chiesa diversa e quella per una società diversa sono due momenti interdipendenti di un unico processo di liberazione». Infatti i Cps intendono rivolgersi a due interlocutori: alla Chiesa come «popolo di Dio» e come «istituzione», per affermare «la legittimità della nostra scelta socialista» e la piena «appartenenza alla comunione ecclesiale»; e alle forze della sinistra, perché prendano coscienza che non tutti i cristiani sono democristiani e aggiornino la tradizionale lettura di un mondo cattolico come blocco monolitico arroccato su posizioni moderate e conservatrici, con il quale è possibile al massimo intessere un dialogo.

La proposta dei Cps quindi è diretta a credenti che hanno già compiuto o che stanno maturando una scelta di classe. Si configura come uno spazio pluralista di incontro e di confronto, soprattutto sul tema fede e politica e sulla questione cattolica, complementare e non sostitutivo delle diverse militanze partitiche e delle organizzazioni politiche ed ecclesiali già esistenti. Punta a contribuire all’emancipazione di classe, culturale e politica delle masse cattoliche, da raggiungere mediante l’affermazione, nella teoria e nella prassi, della rottura dell’unità politica dei cattolici nella Dc e della legittimità dell’opzione socialista anche per i credenti; al rinnovamento evangelico delle Chiese, senza processi scismatici; alla liberazione della fede da ideologie borghesi e pratiche alienanti; allo sviluppo della consapevolezza della centralità della questione cattolica da parte della sinistra, affinché adegui le proprie analisi teoriche e strategie politiche. […]

«Proclamandoci cristiani per il socialismo – si legge nel documento conclusivo del convegno –, non intendiamo quindi in nessun modo cercare una giustificazione religiosa delle nostre scelte politiche, né una nostra collocazione autonoma nello schieramento di classe, cui apparteniamo. Non intendiamo trasformare il cristianesimo da strumento di legittimazione dell’ordine costituito a giustificazione della rivoluzione. […] Affermando la laicità delle scelte politiche non intendiamo d’altro lato fare della fede e della politica due sfere estranee l’una all’altra. L’impegno rivoluzionario infatti […] non può non confrontarsi con il fatto religioso, che esso interpreta attraverso una analisi di classe. D’altro lato la nostra fede in Cristo risorto non può essere relegata in un rapporto cultuale con Dio e in un rapporto interpersonale con gli altri uomini: essa tende a diventare una forza storica, operante ovunque si gioca il destino degli uomini».

Adista rende disponibile per tutti i suoi lettori l'articolo del sito che hai appena letto.

Adista è una piccola coop. di giornalisti che dal 1967 vive solo del sostegno di chi la legge e ne apprezza la libertà da ogni potere - ecclesiastico, politico o economico-finanziario - e l'autonomia informativa.
Un contributo, anche solo di un euro, può aiutare a mantenere viva questa originale e pressoché unica finestra di informazione, dialogo, democrazia, partecipazione.
Puoi pagare con paypal o carta di credito, in modo rapido e facilissimo. Basta cliccare qui!

Condividi questo articolo:
  • Chi Siamo

    Adista è un settimanale di informazione indipendente su mondo cattolico e realtà religioso. Ogni settimana pubblica due fascicoli: uno di notizie ed un secondo di documentazione che si alterna ad uno di approfondimento e di riflessione. All'offerta cartacea è affiancato un servizio di informazione quotidiana con il sito Adista.it.

    leggi tutto...

  • Contattaci

  • Seguici

  • Sito conforme a WCAG 2.0 livello A

    Level A conformance,
			     W3C WAI Web Content Accessibility Guidelines 2.0

50 anni e oltre

Adista è... ancora più Adista!

A partire dal 2018 Adista ha implementato la sua informazione online. Da allora, ogni giorno sul nostro sito vengono infatti pubblicate nuove notizie e adista.it è ormai diventato a tutti gli effetti un giornale online con tanti contenuti in più oltre alle notizie, ai documenti, agli approfondimenti presenti nelle edizioni cartacee.

Tutto questo... gratis e totalmente disponibile sia per i lettori della rivista che per i visitatori del sito.