Nessun articolo nel carrello

La Cdb di San Paolo scrive a papa Francesco

La Cdb di San Paolo scrive a papa Francesco

ROMA-ADISTA. Caro papa Francesco,

con grande gioia Ti informiamo di un evento che si svolgerà a Roma, organizzato dalla

nostra comunità, nata più di 50 anni fa nella Basilica di S. Paolo a Roma, intorno all’allora

Abate Giovanni Franzoni. Quest’anno ricorre il 50^ anniversario dalla pubblicazione della

sua lettera pastorale, “La terra è di Dio”, e dalla nostra uscita dalla basilica. Lo celebreremo

nella giornata del 30 settembre p.v.

La vicenda di Giovanni Franzoni la conosci. Cogliamo questa occasione per raccontarti un

po’ anche di noi e della nostra storia ma la nostra storia è intrinsecamente legata alla sua

- che va avanti a sei anni di distanza dalla morte di Giovanni: come solo i grandi maestri

sanno fare ci ha insegnato a proseguire senza di lui.

Da lui abbiamo imparato il valore dell’accoglienza senza condizioni, si è adoperato per

accogliere nella Chiesa “tutti, tutti, tutti”, per usare le Tue parole, anche coloro sulle cui teste

pendeva e pende la scomunica per le loro posizioni politiche. Aveva 85 anni quando, nel

2013, sei stato eletto papa e non vi siete mai incontrati. Non sappiamo cosa vi sareste detti,

ma nei suoi occhi ormai spenti di non vedente avresti potuto scorgere la scintilla della sua

profezia.

Costretto alle dimissioni da Abate nel 1973, insieme a lui abbiamo lasciato la basilica e

continuato il nostro cammino nei locali di v. Ostiense 152/b di proprietà dell’abbazia.

In quei locali c'è tutta la nostra storia. Lì molti di noi si sono sposati, i nostri bambini sono

stati battezzati e hanno fatto la prima comunione. Lì abbiamo imparato a leggere la Bibbia

ed a calarla nel nostro tempo e nelle nostre vite. All’inizio ci aiutava Giuseppe Barbaglio nel

gruppo biblico, frequentato anche dall’allora giovane seminarista Arturo Sosa. Molti profughi

politici hanno trovato accoglienza tra quelle mura. Tante esperienze che ci hanno arricchito.

Le feste, gli incontri con i Rom, con gli omosessuali, quando le porte delle parrocchie per

loro erano chiuse, le celebrazioni in cui abbiamo salutato i fratelli e le sorelle che ci hanno

lasciato. Quel 29 giugno di tanti anni fa quando abbiamo accolto in quel salone la

processione guidata dall'Abate Nardin - coraggioso a venire lì con una processione

tradizionale. La visita di Mons. Clemente Riva, vescovo ausiliare di Roma-sud, che ci ha

riconosciuto come realtà ecclesiale della sua diocesi, e più recentemente quelle del Card.

Paolo Lojudice e di Mons. Dario Gervasi. Il coinvolgimento anche emotivo che abbiamo

colto nel volto del Card. Arrigo Miglio quando, da Visitatore Apostolico, è venuto nella nostra

sede: avevamo chiesto aiuto a lui e al Card. Matteo Zuppi perché nel periodo di pandemia

non riuscivamo più a pagare l’affitto. Quel saluto speciale per Franca, una sorella ebrea che

frequentava la nostra comunità, in una celebrazione insieme al rabbino Di Segni. Le

domeniche con gli afghani fuggiti dalla guerra, che cucinavano i loro cibi, ascoltavano la loro

musica e ballavano: Pashtun e Azara insieme. La scuola di italiano per stranieri richiedenti

asilo. L’accoglienza dei senzatetto durante la pandemia, in collaborazione con Sant’Egidio.

La distribuzione dei pacchi di viveri ai poveri, insieme agli scout.

Quella notte di sei anni fa in cui abbiamo vegliato Giovanni per tutta la notte, l’Abate Roberto

Dotta e due monaci che hanno cantato per lui un canto gregoriano e la mattina dopo che lo

abbiamo accompagnato fuori, la bara portata sulle spalle dai ragazzi, cantando We shall

overcome, mentre le campane della basilica suonavano a morto.

Quelle mura raccontano una storia di libertà, fatta di difficoltà, momenti felici, inciampi,

incoerenze, in cui abbiamo provato ad annunciare la Buona Novella di Gesù agli esclusi e

ai calpestati e a vivere il rischio della fede. La storia di un pezzo di Chiesa marginale,

cresciuta insieme a quel cattolico marginale che è stato Giovanni Franzoni.Se qualche volta, andando nella Basilica di S. Paolo, vorrai percorrere qualche metro in più

per venirci a trovare saremo felici di accoglierti nella nostra sede, che in tutti questi anni,

mentre arrivava la movida e crescevano le iniziative commerciali intorno a noi, ha resistito

ad ogni logica di mercificazione, per rimanere la casa di tutti, a partire dai più emarginati

dalla società e dalla Chiesa. Casa di tutti e tutte o, per usare le parole di Giovanni nella sua

lettera pastorale, “terra di Dio”.

Con affetto e stima

La Comunità cristiana di base di San Paolo

Adista rende disponibile per tutti i suoi lettori l'articolo del sito che hai appena letto.

Adista è una piccola coop. di giornalisti che dal 1967 vive solo del sostegno di chi la legge e ne apprezza la libertà da ogni potere - ecclesiastico, politico o economico-finanziario - e l'autonomia informativa.
Un contributo, anche solo di un euro, può aiutare a mantenere viva questa originale e pressoché unica finestra di informazione, dialogo, democrazia, partecipazione.
Puoi pagare con paypal o carta di credito, in modo rapido e facilissimo. Basta cliccare qui!

Condividi questo articolo:
  • Chi Siamo

    Adista è un settimanale di informazione indipendente su mondo cattolico e realtà religioso. Ogni settimana pubblica due fascicoli: uno di notizie ed un secondo di documentazione che si alterna ad uno di approfondimento e di riflessione. All'offerta cartacea è affiancato un servizio di informazione quotidiana con il sito Adista.it.

    leggi tutto...

  • Contattaci

  • Seguici

  • Sito conforme a WCAG 2.0 livello A

    Level A conformance,
			     W3C WAI Web Content Accessibility Guidelines 2.0

Sostieni la libertà di stampa, sostieni Adista!

In questo mondo segnato da crisi, guerre e ingiustizie, c’è sempre più bisogno di un’informazione libera, affidabile e indipendente. Soprattutto nel panorama mediatico italiano, per lo più compiacente con i poteri civili ed ecclesiastici, tanto che il nostro Paese è scivolato quest’anno al 46° posto (ultimo in Europa Occidentale) della classifica di Reporter Senza Frontiere sulla libertà di stampa.