
Sbarcati a Pozzallo i 172 migranti attaccati dai libici sbarcano: una persona in fin di vita e due altre ferite gravi. Mediterranea: «Basta collaborazione con gli assassini»
POZZALLO (RG)-ADISTA. Una persona, con una pallottola nel cranio, è in coma e sta lottando tra la vita e la morte e altre due risultano gravemente ferite, al volto e a una mano, vittime dei colpi sparati da una motovedetta libica. È questo il bilancio provvisorio mentre si sta concludendo lo sbarco a Pozzallo di 172 persone, oggetto dell’attacco armato dei miliziani libici avvenuto nel primo pomeriggio di ieri in acque internazionali, in zona SAR di competenza maltese, circa 110 miglia nautiche a sud est della Sicilia.
«Insieme ad Alarm Phone, avevamo avvisato le autorità italiane fin dal pomeriggio di ieri, ma solo oggi, con ventiquattr’ore di ritardo dalla tragica sparatoria, sono partiti i soccorsi – dichiara l’ong Mediterranea Saving Humans –. La persona ora in fin di vita poteva essere raggiunta subito da un elicottero maltese o italiano ieri. Ci auguriamo riesca a sopravvivere. Ma se dovesse finire diversamente, di fronte alla scelta di omettere un necessario soccorso urgente, sappiamo di chi sono le responsabilità. Sono arrivati in queste ore a Pozzallo così, inascoltati per un giorno intero, i profughi vittime dell’ennesimo crimine compiuto da miliziani libici a bordo di mezzi navali forniti dall’Italia. Erano in 173 a bordo di un motopeschereccio e cercavano di sfuggire alla guerra contro i migranti in corso in Libia, finanziata dal governo italiano, da quello maltese e dalle istituzioni dell’Unione Europea. Il diritto internazionale è carta straccia per i governi che permettono e coprono tutto questo. Alla vigilia del rinnovo del famigerato Memorandum Italia - Libia, chiediamo al Parlamento italiano di istruire finalmente un dibattito serio sulla necessità di non rinnovare un patto scellerato con degli assassini. Da parte nostra, insieme alle nostre attiviste presenti al molo di Pozzallo, siamo pronti da subito a offrire supporto legale e materiale solidale alle persone sopravvissute all’attacco e alle loro famiglie».
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