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«Riprendiamo per mano la pace»: l'appello di

«Riprendiamo per mano la pace»: l'appello di "Assisi Pace Giusta"

Un attacco «ignobile» e «brutale» contro la popolazione civile israeliana, «in spregio a ogni elementare senso di umanità e di civiltà» e in spregio anche a tutte le convenzioni internazionali a tutela delle popolazioni civili coinvolte nei contesti di guerra: in un comunicato del 10 ottobre, la coalizione Assisi Pace Giusta – alla quale aderiscono, tra gli altri, Rete Italiana Pace e Disarmo, Acli, Anpi, Arci, Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, Cgil, Fondazione Basso, Gruppo Abele, Libera, Iriad, Legambiente, Movimento Nonviolento, Pax Christi, Pro Civitate Christiana, Tavola della Pace – condanna fermamente l’iniziativa di Hamas, che non trova giustificazione nemmeno nell’«esasperazione del popolo Palestinese, vittima da decenni dell’occupazione, della restrizione delle libertà, della demolizione delle case, dell’espropriazione dei terreni e delle continue provocazioni delle frange radicali della destra israeliana e dei coloni».

Hamas «deve immediatamente rilasciare gli ostaggi e cessare le ostilità per il bene del popolo palestinese». Allo stesso modo però, si legge nella nota, «Israele non deve reagire con la sua potenza militare contro la popolazione della Striscia di Gaza o usare metodi di rappresaglia come togliere cibo, luce, acqua a una popolazione anch’essa ostaggio della violenza scatenata da Hamas, senza vie di fuga ed impossibilitata a proteggere le famiglie, i bambini e gli anziani».

La coalizione invita le parti in causa al «rifiuto della guerra e della violenza», unica via possibile «per costruire giustizia, rispetto per i diritti di autodeterminazione delle due popolazioni, riparazione, convivenza, pace giusta e duratura».

Le organizzazioni firmatarie si appellano poi al Consiglio di Sicurezza Onu, «affinché assuma la propria responsabilità di organo garante del diritto internazionale chiedendo alle parti l’immediato cessate il fuoco, il rilascio degli ostaggi e dei prigionieri» «con l’impegno di convocare, con urgenza, una Conferenza di pace che risolva, finalmente, la questione Palestinese applicando la formula dei “due Stati per i due Popoli”, condizione che porrebbe fine all’occupazione Israeliana e alla resistenza armata Palestinese, ristabilendo così le condizioni per la costruzione di società pacifiche e democratiche».

Lanciano poi un appello alla società civile europea, israeliana e palestinese «a manifestare insieme, in Terra Santa, sfidando chi invece vuole distruggere con la violenza, con l’aggressione, con l’occupazione e l’assedio, il diritto dell’altro, la possibilità della convivenza e di un futuro di pace e di benessere per tutto il Medio Oriente».

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