
Contro guerra, armi e industria fossile: il 21 ottobre un corteo a Pisa
Appuntamento il 21 Ottobre a Pisa, ore 14, davanti alla Basilica di San Piero a Grado, sotto lo slogan “Fermiamo l’escalation bellica! Nessuna base per nessuna guerra”, per un corteo antimilitarista, pacifista, contro guerra, armi e industria fossile.
L’iniziativa si inserisce nel percorso della società civile, iniziato a Pisa lo scorso 4 giugno e proseguito con incontri estivi lungo tutta la Penisola, per delineare «i punti centrali che il programma di lotta, attraverso l’organizzazione e la conoscenza, vuole raggiungere: demilitarizzare i territori, incluse le frontiere, per permettere la libertà di movimento delle persone prima che delle merci; promuovere la cultura della pace in contrapposizione a tutte le forme di disciplinamento militare degli ambienti formativi; dirottare le risorse economiche oggi previste per aumentare la produzione di armi e incentivare l’utilizzo delle fonti fossile, per ridurre le disuguaglianze sociali che oggi dividono il Paese, sia per l’aumento dei costi della vita mentre i salari restano fermi, sia per l’assenza o la privatizzazione dei servizi pubblici».
Il punto di partenza della mobilitazione è «il rifiuto della guerra, non solo come mezzo di risoluzione dei conflitti tra Stati, ma anche come fondamento del sistema patriarcale e come fenomeno che oggi incide profondamente sull’acuirsi della crisi climatica». Il rifiuto della guerra rappresenta dunque «una priorità necessaria per avviare una reale transizione dell’economia verso un modello sostenibile».
Perché Pisa? La cittadinanza pisana da tempo conduce una battaglia contro quell’“opera di difesa nazionale” «che in realtà vuole dare “casa” ai Gruppi di Intervento Speciale dei carabinieri. le cui funzioni, dall’addestramento delle forze di polizia di regimi autoritari alla scorta dei dirigenti dell’industria estrattiva, si svolgono prevalentemente all’estero». Quella della base di Pisa è una decisione «totalmente incurante dell’impatto devastante che una tale opera, con il suo carico urbanistico e antropico, avrà nel cuore del Parco naturale di San Rossore, in una zona tutelata dall’Unione Europea per la conservazione della biodiversità, il cui valore è riconosciuto e premiato dall’Unesco. Non di solo Parco si tratta, perché si prevede di cementificare anche l’area verde della Tenuta Isabella a Pontedera, territorio già avvelenato (nella noncuranza della Politica) dagli interessi economici, mentre a Coltano gli edifici storici, a partire dalla Stazione Marconi, che potrebbero essere recuperati sarebbero dati in gestione ai militari invece che alla comunità locale».
Al posto delle basi militari, promosse negli ultimi anni da amministrazioni locali e governo nazionale di ogni colore, i manifestanti chiedono «nuove case, scuole ed ospedali, presidi necessari per la vera sicurezza sociale».
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