Nessun articolo nel carrello

Caso Rupnik: ora i fatti, le sole parole non bastano

Caso Rupnik: ora i fatti, le sole parole non bastano

Tratto da: Adista Documenti n° 38 del 11/11/2023

Qui l'introduzione a questo testo. 

«Il Papa è fermamente convinto che se c’è una cosa che la Chiesa deve imparare dal Sinodo è ascoltare con attenzione e compassione coloro che soffrono, soprattutto coloro che si sentono emarginati dalla Chiesa» (bollettino Sala Stampa vaticana, 28/10/23).

Il 19 settembre scorso cinque ex religiose che accusano di abusi Ivanka Hosta e Marko Rupnik hanno rivolto una lettera aperta al papa, diffusa dal nostro sito: un grido di indignazione e di disillusione di fronte al recente, unilaterale incontro del papa con l'attuale direttrice del Centro Aletti, Maria Campatelli – ma non con loro, che pure lo chiedono da anni – e al susseguente comunicato del Vicariato di Roma riguardante la visita canonica allo stesso Centro Aletti, conclusasi con una diagnosi di buona salute della comunità e con l'espressione di dubbi riguardanti la procedura che nel 2020 portò alla scomunica di Marko Rupnik, poi misteriosamente ritirata.

La lettera al papa delle cinque ex religiose, che si sono esposte firmandosi con nome e cognome, ha fatto il giro del mondo ed è arrivata in Vaticano. La Pontificia Commissione Tutela Minorum, integrata alla sezione disciplinare del Dicastero per la Dottrina della Fede, ha alzato le antenne. Il papa è stato informato.

L'8 ottobre, la stessa Commissione ha contattato le vittime proponendo un incontro, non finalizzato a mettere in discussione le decisioni prese su Rupnik (che, lo ricordiamo, non è stato sottoposto a un secondo processo canonico perché i fatti esaminati erano caduti in prescrizione, ed è stato soltanto “dimesso” (espulso) dalla Compagnia di Gesù per disobbedienza ai provvedimenti disciplinari che gli erano stati comminati), quanto a una revisione procedurale del modo in cui le ex religiose erano state trattate. L'incontro, al quale ha partecipato una di loro, si è svolto il 21 ottobre.

Il 26 ottobre la diocesi di Capodistria, in Slovenia, ha dato notizia ufficiale dell'incardinazione di Marko Rupnik nel suo clero, insistendo sull'innocenza dell’ex gesuita, in quanto non toccato da alcuna condanna.

Il 28 ottobre la Sala Stampa vaticana ha comunicato che il papa, ascoltata la Pontificia Commissione Tutela Minorum riguardo a «problemi nella gestione del caso di p. (sic) Marko Rupnik e la mancanza di vicinanza alle vittime (sic), ha chiesto al Dicastero per la Dottrina della Fede di esaminare il caso e ha deciso di derogare alla prescrizione per consentire lo svolgimento di un processo». Una decisione inattesa, che sembrerebbe (il condizionale è d'obbligo) ribaltare di 180 gradi la politica vaticana di protezione dell'ex gesuita cui finora si è assistito.

Italychurchtoo accoglie favorevolmente la decisione del papa: la deroga alla prescrizione è certamente la conditio sine qua non per chiarire le responsabilità di Rupnik e per disegnare un debito percorso di giustizia per le vittime.

Ma le parole non bastano.

Pur condividendo il cambio di postura rispetto alla questione,

- ci rattrista e ci pare paradossale che il papa, perché incalzato dal succedersi di eventi peraltro controversi, si renda conto solo ora della «mancanza di vicinanza alle vittime»;

- ci rattrista e ci pare paradossale che «ascoltare con attenzione e compassione coloro che soffrono, soprattutto coloro che si sentono emarginati dalla Chiesa» sia qualcosa che va «imparato dal Sinodo».

Sottolineiamo con forza come, a questo punto, ci si attenda che:

- la decisione del papa, che apre uno spiraglio di speranza per le vittime, sia in tempi brevi trasformata nella realtà di un processo canonico: un impegno non mantenuto costituirebbe un altro, ennesimo abuso;

- ciò che riguarda l'istruzione, lo sviluppo e la conclusione del processo sia oggetto di comunicazione alle vittime e al pubblico, nel segno di una effettiva e reale trasparenza che consenta l'accertamento della verità;

- il processo canonico a Rupnik, alla cui istruzione il papa si è impegnato, non si trasformi in un processo alle vittime: la loro credibilità di donne adulte dovrà essere rispettata e tutelata; dovranno potersi avvalere di avvocati di loro scelta; essere informate debitamente sulle procedure e coinvolte direttamente; in caso contrario, non faranno che rivivere un ulteriore abuso;

- il processo canonico a Rupnik venga condotto in tempi rapidi e preluda a ulteriori procedimenti volti a far emergere le responsabilità di chi, nella catena di comando della gerarchia ecclesiastica, pur sapendo, ha coperto e insabbiato;

- nella stessa dimensione di trasparenza, siano rese pubbliche in tempi brevi le conclusioni della visita apostolica alla Comunità Loyola di Ivanka Hosta.

Solo se questi requisiti minimali saranno rispettati si potrà pensare che la Chiesa istituzionale si trovi davvero sulla soglia di un nuovo e più concreto modo di affrontare gli abusi, rendendo verità e giustizia alle vittime e perseguendo i responsabili, senza più protezioni e coperture.

Adista rende disponibile per tutti i suoi lettori l'articolo del sito che hai appena letto.

Adista è una piccola coop. di giornalisti che dal 1967 vive solo del sostegno di chi la legge e ne apprezza la libertà da ogni potere - ecclesiastico, politico o economico-finanziario - e l'autonomia informativa.
Un contributo, anche solo di un euro, può aiutare a mantenere viva questa originale e pressoché unica finestra di informazione, dialogo, democrazia, partecipazione.
Puoi pagare con paypal o carta di credito, in modo rapido e facilissimo. Basta cliccare qui!

Condividi questo articolo:
  • Chi Siamo

    Adista è un settimanale di informazione indipendente su mondo cattolico e realtà religioso. Ogni settimana pubblica due fascicoli: uno di notizie ed un secondo di documentazione che si alterna ad uno di approfondimento e di riflessione. All'offerta cartacea è affiancato un servizio di informazione quotidiana con il sito Adista.it.

    leggi tutto...

  • Contattaci

  • Seguici

  • Sito conforme a WCAG 2.0 livello A

    Level A conformance,
			     W3C WAI Web Content Accessibility Guidelines 2.0

50 anni e oltre

Adista è... ancora più Adista!

A partire dal 2018 Adista ha implementato la sua informazione online. Da allora, ogni giorno sul nostro sito vengono infatti pubblicate nuove notizie e adista.it è ormai diventato a tutti gli effetti un giornale online con tanti contenuti in più oltre alle notizie, ai documenti, agli approfondimenti presenti nelle edizioni cartacee.

Tutto questo... gratis e totalmente disponibile sia per i lettori della rivista che per i visitatori del sito.