
4 novembre: non festa ma lutto
ROMA-ADISTA. «Non festa, ma lutto. Il 4 novembre onoriamo i morti della prima guerra mondiale lavorando contro le guerre che insanguinano il mondo di oggi». È stato questo il 4 novembre pacifista del Movimento nonviolento: non la «celebrazione dell’Unità nazionale e delle Forze armate», ma «un giorno per riflettere sulle sofferenze e le immense perdite umane» causate dalla “grande guerra” e dalle guerre di oggi.
«La prima guerra mondiale, che per l’Italia si è protratta dal 1915 al 1918, fu un capitolo oscuro nella storia nazionale e del mondo intero», si legge nella nota del movimento fondato da Aldo Capitini. «I soldati italiani, insieme a milioni di altri combattenti, furono travolti dalla brutalità della guerra nelle trincee, vivendo in condizioni disumane, sperimentando la fame, le malattie e l’orrore costante del conflitto. Comandanti fanatici diretti da spietati governanti imposero sacrifici insensati. Le famiglie italiane subirono un dolore insopportabile mentre le notizie della perdita di vita dei loro cari giungevano a casa. Intere comunità furono devastate dalle morti e dai lutti che accompagnavano la guerra. Nei diari che giungevano dal fronte il re e i ministri di allora venivano maledetti. Tante lettere non giunsero mai alle famiglie perché censurate. Chi disobbediva all’ordine di compiere gli assalti, anche i più insensati, veniva fucilato. Questa fu la realtà della prima guerra mondiale che ancora oggi viene censurata durante le celebrazioni ufficiali». Ecco perché, prosegue la nota, «noi vogliamo onorare tutti coloro che morirono a causa dell’inutile strage che fu la Prima guerra mondiale. Così simile all’inutile strage che si sta consumando oggi nella guerra fra Russia e Ucraina. Nessun obiettivo militare dall’una e dall’altra parte giustifica più la continuazione della guerra. Inutile strage è anche la guerra fra Hamas e Israele: nulla di sensato può giustificare quanto sta accadendo in quelle terre. Il sonno della ragione genera mostri. Pertanto onoriamo la memoria di coloro che furono vittime della perdita della ragione ieri come le vittime della perdita di ragione di oggi. Un’ombra lunga di dolore e sofferenza collega la prima guerra mondiale alle guerre che insanguinano il mondo odierno. La memoria della prima guerra mondiale serva come monito contro la follia della guerra».
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