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Sempre più marcata la denatalità in Italia. Uno studio di Openpolis

Sempre più marcata la denatalità in Italia. Uno studio di Openpolis

È fisso dal 2015 il saldo negativo della popolazione italiana: anno dopo anno, il numero dei cittadini residenti è passato da 60.665.551 a 58.997.201 (2022). Il più vistoso motivo del calo demografico è nella denatalità: il 72% dei comuni italiani ha registrato un calo del tasso di natalità tra 2014 e 2020. Un trend registrato anche precedentemente: in poco più di un decennio si è passati dai quasi 10 nati ogni 1000 abitanti della fine degli anni 2000 ai meno di 7 attuali e i motivi di questa tendenza sono legati anche al calo della popolazione in età fertile, anche tra gli stranieri.

È Openpolis (Fondazione che si occupa di analizzare e valutare i dati relativi socio-economici) a fornire un’analisi dettagliata del fenomeno, evidenziandone subito la gravità dell’impatto: «la crisi demografica – scrive la Fondazione – è infatti connessa a una serie di conseguenze negative, sul medio e lungo periodo. Oltre al tema più generale del ricambio generazionale in un paese in progressivo invecchiamento, è in gioco anche la tenuta del sistema sociale, sanitario e previdenziale».

Siamo a «2 punti di distanza dalla media europea, pari a 8,7 nati ogni mille abitanti a fronte dei 6,7 dell’Italia. Rispetto a dieci anni fa questa distanza si è allargata molto. Nel 2011, con 10,1 nati ogni mille abitanti in Ue e 9,2 in Italia, il divario era meno della metà (0,9 punti). Conseguenza di un calo demografico che nel nostro Paese è stato più pronunciato, a partire dalla crisi economica a cavallo tra 2008 e 2012».

Significativo il calo del 2% rispetto al 2021, in cui si era già registrato il record negativo dall’unità d’Italia. E quasi un terzo in meno (-32%) rispetto al 2008, l’anno che ha segnato il picco nella serie storica recente.

«Questa tendenza calante ha alla base ragioni principalmente strutturali. Sono sempre meno le donne nell’età convenzionalmente considerata fertile, anche per la progressiva uscita dei baby boomers dall’età riproduttiva. Sul fenomeno incide anche il fatto che – rispetto agli anni passati – è progressivamente diminuito il contributo alle nascite dei cittadini di origine straniera». A conferma di questa tendenza, rileva Openpolis, «il tasso di fecondità, cioè il numero di figli per donna in età fertile, è calato tra le italiane (da 1,29 figli nel 2014 a 1,18 nel 2021) ma anche tra le donne di altra cittadinanza (da 2,06 a 1,87 nello stesso periodo)».

L’approfondimento integrale di Openpolis è leggibile qui.

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