
Messaggio di Natale dei Patriarchi e dei Capi delle Chiese di Gerusalemme
ROMA-ADISTA. Natale di angoscia e rabbia. Angoscia per la sorte della popolazione di Gaza e rabbia per la generale e colpevole indifferenza e impotenza della comunità internazionale che non riesce/ vuole intervenire per fermare gli orrori che si stanno consumando. Sempre di più sulla pelle dei bambini, ancora vittime di Erode, come oltre 2000 anni fa…
«Trasmettiamo i nostri auguri di Natale ai fedeli di tutto il mondo nel nome di nostro Signore Gesù Cristo, il Principe della pace, nato qui a Betlemme più di duemila anni fa», si legge nel messaggio dei Patriarchi e Capi delle Chiese di Gerusalemme, .
«Nell’estendere questi saluti, siamo ben consapevoli che lo facciamo in un momento di grande calamità nella terra natale di nostro Signore. Negli ultimi due mesi e mezzo, la violenza della guerra ha portato a sofferenze inimmaginabili letteralmente per milioni di persone nella nostra amata Terra Santa. I suoi continui orrori hanno portato miseria e dolore inconsolabile a innumerevoli famiglie in tutta la nostra regione, evocando grida empatiche di angoscia da ogni parte della terra. Per coloro che si trovano in circostanze così terribili, la speranza sembra lontana e irraggiungibile.
Eppure è in un mondo simile che nostro Signore stesso è nato per darci speranza. Qui dobbiamo ricordare che durante il primo Natale la situazione non era molto lontana da quella odierna. Così la Beata Vergine Maria e San Giuseppe ebbero difficoltà a trovare un luogo dove nascere il loro figlio. C’è stata l’uccisione di bambini. C’era un’occupazione militare. E c’era la Sacra Famiglia che veniva sfollata come rifugiata. Esteriormente, non c’era motivo di festeggiare se non la nascita del Signore Gesù.
Tuttavia, in mezzo a tanto peccato e dolore, l’Angelo apparve ai pastori annunciando un messaggio di speranza e di gioia per tutto il mondo: “Non temete, perché ecco, vi annunzio una grande gioia, che sarà tutte le persone. Poiché oggi è nato per voi nella città di Davide un Salvatore, che è Cristo il Signore” (Luca 2:10–11).
Nell’Incarnazione di Cristo, l’Onnipotente è venuto a noi come Emmanuele, “Dio con noi” (Matteo 1:23), per salvarci, redimerci e trasformarci. Questo doveva adempiere le parole del profeta Isaia: “Il Signore mi ha consacrato con l’unzione. . . per portare la buona notizia agli oppressi, per fasciare quelli che hanno il cuore rotto, per proclamare la libertà ai prigionieri e la liberazione ai prigionieri; per proclamare l’anno di grazia dell’Eterno» (Isaia 61:1–2a; Luca 4:18–19).
Questo è il messaggio divino di speranza e di pace che il Natale di Cristo ispira in noi, anche in mezzo alla sofferenza. Perché Cristo stesso è nato e vissuto in mezzo a grandi sofferenze. Egli, infatti, ha sofferto per noi, fino alla morte di croce, affinché la luce della speranza risplendesse nel mondo, vincendo le tenebre (Gv 1,5).
È in questo spirito natalizio che noi, Patriarchi e Capi delle Chiese di Gerusalemme, denunciamo tutte le azioni violente e chiediamo la loro fine. Allo stesso modo invitiamo le persone di questa terra e di tutto il mondo a cercare le grazie di Dio affinché possiamo imparare a camminare insieme sui sentieri della giustizia, della misericordia e della pace. Infine, invitiamo i fedeli e tutti coloro di buona volontà a lavorare instancabilmente per il sollievo degli afflitti e per una pace giusta e duratura in questa terra che è ugualmente sacra alle tre Fedi monoteiste.
In questo modo, infatti, rinascerà la speranza del Natale, a partire da Betlemme e estendendosi da Gerusalemme fino ai confini della terra, realizzando così le consolanti parole di Zaccaria, secondo cui «un’aurora dall’alto sorgerà su di noi per dare luce a coloro che giacciono nelle tenebre e nell’ombra di morte, guidando i nostri passi sulla via della pace» (Lc 1,78-79)».
Adista rende disponibile per tutti i suoi lettori l'articolo del sito che hai appena letto.
Adista è una piccola coop. di giornalisti che dal 1967 vive solo del sostegno di chi la legge e ne apprezza la libertà da ogni potere - ecclesiastico, politico o economico-finanziario - e l'autonomia informativa.
Un contributo, anche solo di un euro, può aiutare a mantenere viva questa originale e pressoché unica finestra di informazione, dialogo, democrazia, partecipazione.
Puoi pagare con paypal o carta di credito, in modo rapido e facilissimo. Basta cliccare qui!