
Interessi sull'Africa o interesse per l'Africa? Due missionari criticano il "Piano Mattei"
Don Davide Marcheselli (sacerdote diocesano bolognese associato ai saveriani in Sud Kivu, nell’Est della Repubblica Democratica del Congo) e fra Ettore Marangi (francescano, in missione a Nairobi, in Kenya) commentano il primo febbraio al Sir il Piano Mattei lanciato dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni alla Conferenza Italia-Africa.
Secondo don Davide, il mondo ha una gran fame di energia e materie prime «L’Italia si sta affacciando forse un po’ in ritardo rispetto a Paesi che sfruttano le risorse africane da decenni. Probabilmente aveva bisogno di arrivarci con un approccio diverso e una “faccia più pulita”, ma l’obiettivo neanche troppo nascosto, a me pare evidente». Il sacerdote contesta «la fumosità del documento» che tra l’altro “dimentica” le radici coloniali italiane in Africa. Curioso anche che, nell’ideazione del Piano, non siano stati coinvolti missionari, ong e società civile africana, che pure molto avrebbero da dire sulle reali esigenze del continente.
Dal canto suo, fra Ettore contesta la «grande operazione di propaganda» che non affronta i reali problemi africani, ma solo gli interessi italiani ed europei. E cioè, «ci si preoccupa di frenare l’immigrazione verso l’Italia e di assicurarsi l’approvvigionamento di gas ed energia».
Fra Ettore solleva poi le numerose contraddizioni dello sviluppo made in Itali in Africa, dove per esempio «l’Eni investe nei biocarburanti» «in un contesto in cui la gente non può mangiare». Secondo fra Ettore, dunque, l’Africa avrebbe un grande bisogno di investire «in spesa pubblica», cosa di cui nel Piano Mattei non si parla. E l’Africa avrebbe anche un gran bisogno di pace e democrazia, ravvisano i due missionari, ma l’Italia ha dimostrato invece di voler fare affari anche con i più spietati dittatori.
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