Troppi morti nel Mediterraneo: appello di UNHCR, UNICEF e OIM a un anno da Cutro
A due giorni dall’anniversario della strage di Cutro del 26 febbraio 2023, UNHCR, UNICEF e OIM (Organizzazione Internazionale per le Migrazioni) si sono «unite nel ricordo delle vittime nel naufragio», chiedendo alle istituzioni «una maggiore condivisione delle responsabilità e un approccio coordinato a livello europeo nei salvataggi in mare, per evitare sempre più sofferenza e morte».
Le tre organizzazioni sottolineano che in questi giorni – nei quali si ricorda «un naufragio che scosse le coscienze e che dimostrò per un’ennesima volta quali siano i rischi che migranti e rifugiati corrono nel tentativo di fuggire dai contesti drammatici in cui si trovano» – «arrivano conferme di notizie di nuovi naufragi avvenuti al largo della Tunisia, al largo di Zarzis e di Mahdia. Se il 2023 è stato caratterizzato da un aumento del 30% dei morti in tutto il Mediterraneo rispetto all’anno precedente (dagli oltre 2.400 del 2022 agli oltre 3.100 del 2023), le prime settimane del 2024 fanno già registrare il bilancio drammatico di oltre 160 morti».
Secondo Laurence Hart (direttore dell’Ufficio di Coordinamento per il Mediterraneo dell’OIM) ricorda come «il salvataggio di vite debba essere la priorità assoluta per tutti gli Stati». I continui naufragi «ci ricordano come sia un obbligo comune quello di trovare più percorsi migratori legali e sicuri per le persone in movimento».
Commenta Nicola Dell’Arciprete (coordinatore risposta in Italia, Ufficio UNICEF per l’Europa e l’Asia Centrale) «è cruciale riconoscere che l’infanzia è stata profondamente colpita da questa tragedia, e quindi ribadiamo la necessità urgente di un approccio umanitario e coordinato a livello europeo nei salvataggi in mare. Oltre al salvataggio, occorre garantire percorsi migratori legali e sicuri per evitare ulteriori tragedie e sofferenze. È altrettanto importante fornire un sostegno completo alle persone sopravvissute, compreso il supporto psicologico, sociale e legale».
Dichiara infine Chiara Cardoletti (rappresentante UNHCR per l’Italia, la Santa Sede e San Marino) che «è necessaria una maggiore condivisione delle responsabilità e un approccio coordinato a livello europeo nei salvataggi in mare, per evitare sempre più sofferenza e morte. Il salvataggio è solo un aspetto, chiaramente importantissimo, di un quadro complessivo di soluzioni per affrontare in maniera umana ed efficace la gestione dei flussi migratori. Occorre rafforzare sempre più le vie sicure e legali, tra cui i corridoi umanitari e quelli lavorativi, per evitare alle persone in fuga di mettersi in mano a trafficanti senza scrupoli e consentirgli un percorso sicuro».
Leggi la nota delle tre organizzazioni
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