Nessun articolo nel carrello

Gaza, la strage degli innocenti. Ma sul genocidio l’Occidente continua a tacere

Gaza, la strage degli innocenti. Ma sul genocidio l’Occidente continua a tacere

Tratto da: Adista Documenti n° 9 del 09/03/2024

DOC-3300. ROMA-ADISTA. Hind Rajab aveva 6 anni. Era il 29 gennaio e stava fuggendo da Gaza City con la famiglia in direzione del sud della Striscia, quando l’esercito israeliano spara sulla macchina su cui stava viaggiando, uccidendo tutti i suoi parenti. La cugina 15enne fa appena in tempo a chiamare i soccorsi prima di venire anche lei assassinata. La Mezzaluna Rossa richiama e risponde Hind, disperata, chiedendo che la vengano a prendere. A un certo punto, però, la comunicazione si interrompe e di lei non si sa più nulla per 12 giorni. Anche due medici inviati a cercare la bimbina vengono uccisi dalle forze israeliane. Il 10 febbraio il corpo senza vita di Hind viene ritrovato nella stessa macchina: «È stata uccisa dalle forze di occupazione israeliane insieme a tutti coloro che erano con lei nell'auto fuori dalla stazione di servizio di Tel al-Hawa», ha dichiarato in un comunicato il Ministero della Sanità della Striscia di Gaza.

Hind è solo una degli 11.500 bambini uccisi a Gaza: una strage degli innocenti di cui parla anche, in un articolo su Haaretz del 4 febbraio (rilanciato tra gli altri il giorno dopo da Resumen latinoamericano) il giornalista e scrittore israeliano Gideon Levy, ma su cui in Occidente i governi, con alcune poche eccezioni, mantengono il silenzio.

La denuncia del genocidio in atto si leva però alta e forte nel Sud globale, come indica al meglio il caso del Sudafrica che, il 29 dicembre scorso, ha presentato una denuncia contro Israele per il genocidio in corso a Gaza alla Corte internazionale di giustizia (v. Adista Notizie n. 5/24). O anche il caso del Brasile di Lula, il quale di genocidio aveva parlato fin dallo scorso ottobre, così come hanno fatto altri presidenti latinoamericani, dal venezuelano Maduro al colombiano Petro. L

’attacco più pesante, però, il presidente del Brasile lo ha lanciato il 18 febbraio dall'Etiopia, dove, parlando con i giornalisti dopo aver preso parte al 37.mo vertice dell'Unione Africana, ha paragonato la guerra scatenata da Israele contro il popolo palestinese all'Olocausto nazista. «Quello che sta succedendo nella Striscia di Gaza è un genocidio. Non è una guerra tra due eserciti, ma un'aggressione a donne e bambini da parte di un esercito altamente preparato», ha dichiarato Lula rispondendo a una domanda sulla decisione del suo governo di inviare nuovi finanziamenti alla Unrwa, l'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi a cui invece (anche) l’Italia ha sospeso i fondi. «Quanto sta accadendo con il popolo palestinese non si è verificato in nessun altro momento storico. No, in effetti si è verificato: quando Hitler ha deciso di uccidere gli ebrei», ha aggiunto, scatenando un terremoto diplomatico.

La reazione di Israele, infatti, non si è fatta attendere. Convocando immediatamente l'ambasciatore brasiliano Frederico Meyer allo Yad Vashem, il memoriale della Shoah a Gerusalemme, il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz lo ha strigliato furiosamente e pubblicamente, parlando di «un grave attacco antisemita che profana la memoria di chi è morto durante l’Olocausto» e assicurando che Israele «non dimenticherà né perdonerà». «A nome mio e dei cittadini israeliani – ha aggiunto – dite al presidente Lula che è persona non grata in Israele finché non cambierà posizione». Una reazione a cui Brasilia ha risposto prontamente richiamando in patria l’ambasciatore Meyer «per consultazioni».

Lula, tuttavia, ha raccolto anche molti applausi. Quello, ovviamente, di Hamas, secondo cui la dichiarazione del presidente brasiliano descrive con precisione ciò a cui «è esposto» il popolo palestinese, rivelando «l'enormità del crimine sionista commesso con l'aperto sostegno dell'amministrazione Biden».

Ma anche quello, per esempio, dei rabbini ortodossi del gruppo Torah Judaism, convinti che Netanyahu sia persino «peggio dei nazisti». E quello dei tanti e delle tante che non si rassegnano all’orrore e continuano a denunciare non solo il genocidio palestinese ma anche quel processo di «erosione dello stato di diritto internazionale e del sistema globale dei diritti umani» su cui, in un articolo pubblicato su Foreign Affairs il 15 febbraio (e rilanciato il giorno dopo su assopacepalestina.org), si sofferma la segretaria generale di Amnesty International Agnès Callamard.

E non è certo l’unica: sul sito di Sbilanciamoci! (sbilanciamoci.info, 6/2), anche Raffaella Bolini, responsabile delle relazioni internazionali dell'Arci, lancia l’allarme sul rischio concreto di finire «mani e piedi direttamente coinvolti nella terza guerra mondiale che sempre più si avvicina a essere non a pezzetti, ma intera e globale», evidenziando come pure il governo italiano stia compiendo «giorno dopo giorno i passi che ci portano in guerra».

Di seguito i commenti di Gideon Levy (disponibile qui), Agnès Callamard (al link) e Raffaella Bolini (per leggere qui), seguiti da un articolo del teologo spagnolo Juan José Tamayo sulla Teologia della liberazione palestinese, pubblicato il 9 gennaio su Religión Digital. 

*Foto presa da Wikimedia Commons, immagine originale e licenza 

Adista rende disponibile per tutti i suoi lettori l'articolo del sito che hai appena letto.

Adista è una piccola coop. di giornalisti che dal 1967 vive solo del sostegno di chi la legge e ne apprezza la libertà da ogni potere - ecclesiastico, politico o economico-finanziario - e l'autonomia informativa.
Un contributo, anche solo di un euro, può aiutare a mantenere viva questa originale e pressoché unica finestra di informazione, dialogo, democrazia, partecipazione.
Puoi pagare con paypal o carta di credito, in modo rapido e facilissimo. Basta cliccare qui!

Condividi questo articolo:
  • Chi Siamo

    Adista è un settimanale di informazione indipendente su mondo cattolico e realtà religioso. Ogni settimana pubblica due fascicoli: uno di notizie ed un secondo di documentazione che si alterna ad uno di approfondimento e di riflessione. All'offerta cartacea è affiancato un servizio di informazione quotidiana con il sito Adista.it.

    leggi tutto...

  • Contattaci

  • Seguici

  • Sito conforme a WCAG 2.0 livello A

    Level A conformance,
			     W3C WAI Web Content Accessibility Guidelines 2.0

50 anni e oltre

Adista è... ancora più Adista!

A partire dal 2018 Adista ha implementato la sua informazione online. Da allora, ogni giorno sul nostro sito vengono infatti pubblicate nuove notizie e adista.it è ormai diventato a tutti gli effetti un giornale online con tanti contenuti in più oltre alle notizie, ai documenti, agli approfondimenti presenti nelle edizioni cartacee.

Tutto questo... gratis e totalmente disponibile sia per i lettori della rivista che per i visitatori del sito.