
Detenzione senza reato e violazione dei diritti: il Tavolo Asilo chiede la chiusura dei CPR
Il Tavolo Asilo e Immigrazione – coalizione della società civile alle quale aderiscono realtà come A Buon Diritto, Acli, ActionAid, Amnesty International Italia, Arci, Asgi, Centro Astalli, Cgil, Cnca, missionari comboniani italiani, Emergency, Fondazione Migrantes della Cei, Intersos, Medici per i Diritti Umani, Medici Senza Frontiere, Movimento Italiani Senza Cittadinanza, Oxfam Italia, Save the Children Italia, Uil, AOI, Mediterranea Saving Humans, Open Arms, Rivolti ai Balcani, Sea Watch e Sos Mediterranée Italia – ha presentato ieri a Roma il report sui CPR (Centri di Permanenza per i Rimpatri), che illustra numeri e criticità, redatto dopo la visita negli 8 CPR attivi in Italia: Gradisca d’Isonzo (Gorizia), Macomer (Nuoro), Milano, Roma, Palazzo San Gervasio (Potenza), Bari, Restinco (Brindisi) e Caltanissetta.
Le visite sono state condotte dai rappresentanti del Tavolo Asilo, insieme a medici, legali, mediatori, rappresentanti delle istituzioni nazionali e locali e, si legge nel comunicato pubblicato su ActionAid, «hanno da subito rivelato una difformità di comportamento da parte delle Prefetture. Nei CPR di Milano, Caltanissetta, Roma, Bari, Brindisi e Palazzo San Gervasio i/le parlamentari e/o i/le consiglieri/e regionali sono entrati, in alcuni casi dopo alcune resistenze iniziali, con delegazioni più o meno numerose del TAI (ActionAid ha visitato Ponte Galeria) e di altre organizzazioni locali. A Macomer ai rappresentanti della società civile è stato impedito di entrare mentre a Gradisca d'Isonzo, dopo l'accesso iniziale consentito anche ai rappresentanti della società civile, agli stessi è stato intimato di lasciare la struttura».
Inoltre, si legge ancora nella nota, «al di là dell’aspetto igienico e sanitario, carente quasi ovunque, si riscontrano criticità strutturali che confermano la necessità di chiudere questi luoghi di detenzione amministrativa, dove persone che non hanno commesso alcun reato vengono detenute in assenza dei fondamentali diritti garantiti alle persone private della libertà in Italia».
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