
Una catastrofe sanitaria se Israele invade Rafah. L'allarme di Oxfam
A Gaza, «l’invasione di Rafah potrebbe provocare una catastrofe sanitaria». È l’allarme lanciato ieri 13 maggio da Oxfam che allerta sul «rischio di nuove epidemie: oltre 350 mila sfollati in fuga da Rafah verso campi e rifugi sovraffollati e al collasso, privi di servizi igienici e sanitari di base. Le strade sono invase di rifiuti e liquami, con migliaia i casi di epatite A, malattie gastrointestinali e respiratorie registrati nelle ultime settimane». «I bombardamenti israeliani hanno già distrutto l’87% delle strutture idriche e igienico-sanitarie, provocando danni per almeno 210 milioni di dollari» (tra questi 5 impianti istallati da Oxfam).
Per questo l’associazione lancia un «appello urgente per un immediato cessate il fuoco e l’ingresso degli aiuti, dopo la chiusura dei valichi di frontiera».
«L'intero sistema di approvvigionamento idrico e di gestione delle acque reflue di Gaza è prossimo al collasso totale, perché i danni sono molto estesi – sottolinea Monther Shoblaq, CEO della Coastal Municipalities Water Utility, altra organizzazione partner di Oxfam, responsabile dell’approvvigionamento idrico e del funzionamento dei servizi igienico-sanitari a Gaza –. Non c'è energia per far funzionare i pozzi d'acqua, gli impianti di desalinizzazione e di trattamento delle acque reflue. Stiamo facendo il possibile, ma la situazione è disperata».
«Almeno 5 delle nostre strutture, che garantivano acqua pulita e servizi igienico sanitari essenziali a oltre 180 mila persone al giorno, sono stati gravemente distrutti dal 7 ottobre e altre sette sono state danneggiate – spiega Paolo Pezzati, portavoce per le crisi umanitarie di Oxfam Italia –. I nostri colleghi a Gaza ci raccontano di una situazione disperata. La popolazione in questo momento è costretta a bere acqua sporca e contaminata, soffre di malnutrizione e i bambini vengono punti di continuo dagli insetti che brulicano ovunque. In queste condizioni nuove epidemie di epatite A e di colera saranno inevitabili. Sono malattie che prosperano in luoghi sovraffollati e privi di servizi igienici adeguati».
«A peggiorare ulteriormente la situazione – scrive Oxfam in un comunicato stampa – l’arrivo del caldo»: «In questo momento, mentre le temperature aumentano, centinaia di migliaia di persone sono costrette a vivere in condizioni disumane, con la paura di morire da un momento all’altro sotto i bombardamenti. Una situazione che potrebbe precipitare con l’invasione di Rafah. – continua Pezzati – Il rischio è che si verifichi un vero e proprio massacro di civili, mentre chi riuscirà a fuggire si ritroverà costretto a dirigersi verso strutture di accoglienza al collasso e incapaci di garantire i servizi minimi, con il rischio che scoppino nuovi focolai epidemici».
Pezzati sottolinea anche che «gli attacchi israeliani sulle infrastrutture civili sono illegali secondo la Convenzione di Ginevra e costituiscono una violazione del diritto internazionale umanitario, come sottolineato dalle Nazioni Unite. L'esercito israeliano sta continuando a colpire le poche infrastrutture civili rimaste, impedendo l'ingresso degli aiuti umanitari. Per questo, ora più che mai, lanciamo un appello urgente per un cessate il fuoco immediato e permanente, che consenta di soccorrere una popolazione allo stremo».
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