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Per non scivolare nel baratro della guerra globale. Un editoriale a margine dell’Arena 2024

Per non scivolare nel baratro della guerra globale. Un editoriale a margine dell’Arena 2024

Non poteva che prendere le mosse dal grande evento veronese “Arena di Pace” l’editoriale di maggio del mensile comboniano Nigrizia, affidato su questa edizione alla Federazione Stampa Missionaria Italiana (FESMI).

Nel testo si denuncia il motto “Si vis pacem, para bellum!” tornato di moda in un contesto internazionale profondamente segnato dalle decine di conflitti ad alta o bassa intensità che si combattono in tutto il globo, «una guerra non solo di scontri armati ma che paventa una rapida distruzione del pianeta e di quanto lo abita, se dovesse verificarsi lo scenario di un conflitto nucleare, minacciato da chi di pace non intende sentir parlare».

L’Arena di Pace, che coinvolge decine di realtà della società civile, laica, cristiana, ecumenica e interreligiosa, rappresenta una risposta decisa – quest’anno rafforzata dalla presenza di papa Francesco – alle narrazioni di guerra e riarmo che dominano ormai il dibattito politico e pubblico in generale.

Obiettivo dell’Arena 2024, si legge nell’editoriale, «è richiamare con forza il nostro governo a rispettare e applicare l’articolo 11 della Costituzione che recita: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”. Un auspicio e un progetto tuttora disattesi, visto il coinvolgimento diretto o indiretto dell’Italia nelle situazioni di conflitto cui assistiamo nel mondo». La proposta di pace e nonviolenta dell’Arena 2024, in contrapposizione alla logica della guerra, vuole dunque «spingere le istituzioni politiche a dare una risposta concreta, unitaria e ispirata ai principi di giustizia e di pace, per evitare di cadere nel baratro di un conflitto globale».

Le parole del Salmo 84/85, «Giustizia e pace si baceranno», che sono a titolo di questa edizione della manifestazione popolare veronese «raccolgono l’aspirazione di milioni di persone che sognano un mondo in cui finalmente siano le vie del dialogo, dell’accoglienza reciproca e della pace alla base della convivenza planetaria».

L’Arena dopo l’Arena: l’impegno per la pace e la giustizia della società civile e del mondo missionario non si esaurisce con il grande evento veronese, celebrato il 17 e 18 maggio scorso: «Vuole essere invece l’avvio – spiega la FESMI – di un processo di costruzione della pace che prosegua dopo l’evento, scuota la coscienza di tutti e coinvolga l’intera società, non solo gli strati più attivi nella promozione della pace».

A partire proprio da una narrazione che contrasta e ribalta quella dominante della guerra... «Le riviste missionarie delle Fesmi continueranno ad esserci con il loro compito: raccontare i tanti cantieri dove questa strada della pace è un’alternativa concreta che prova ogni giorno a costruire un’umanità nuova. Insieme e adesso».

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